CAOS IN PIÙ EUROPA, L’ADDIO DELLA DEPUTATA ANITA LIKMETA: “SUICIDIO POLITICO”

«Il bello delle tradizioni… è che possono cambiare! Buone feste da +Europa»: con questo post, e soprattutto con la card appena sotto, PiùEuropa ha “animato” il Natale politico italiano attirando non poche polemiche per le immagini di un presepe “alternativo”. A dirla tutta, sono 4 i presepi “non tradizionali” raffigurati nel post di auguri di Buon Natale del partito diretto da Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova e Emma Bonino: uno con due Marie lesbiche, uno con due Giuseppe, uno con la Madonna “single” e Gesù nero, l’ultimo con il Bimbo africano e i genitori bianchi. Fin da subito il post ha diviso non solo i partiti ma anche lo stesso PiùEuropa, con un’uscita eccellente annunciata ieri con l’addio di Anita Likmeta, imprenditrice italiana nata in Albania e candidata alle ultime Elezioni con Impegno Civico, prima di passare con +Europa.



«Se +Europa pensa di difendere la diversità con ammiccamenti ipocriti alla tradizione, io per il ruolo della Madonna lesbica non sono disponibile. Addio a +Europa e buon suicidio politico (non assistito)»: così sui social Likmeta annuncia l’addio dal partito che fu dei Radicali, scatenando una serie di attacchi personali ricevuti in serie dal mondo di sinistra che hanno portato alla successiva intervista su “La Stampa” del 27 dicembre. «Il tema dei diritti LGBTQ è una cosa seria», rivendica l’ormai ex +Europa, «troppo seria per ridurlo ad un post sciocco su Facebook partendo da un simbolo della tradizione come la Natività. In un partito che fa questo, io non mi riconosco».



LIKMETA: “POST IPOCRITA DI PIÙ EUROPA CONTRO LA TRADIZIONE. ORA…”

Sempre nell’intervista a “La Stampa”, Anita Likmeta contesta tanto il presepe “arcobaleno” con la Madonna lesbica o San Giuseppe gay, quanto la decisione di “provocare” su questi temi del suo ex partito: «hanno usato un simbolo della tradizione cattolica per un post sciocco e ipocrita. La tradizione, lo dice la parola, non si cambia». E così l’imprenditrice albanese che rivendica di aver scelto PiùEuropa inizialmente per perseguire una maggiore laicità dello Stato, oggi lancia il suo J’Accuse contro Magi e i vertici di PiùEuropa: «la politica è una cosa seria […] Perché ridurre il tema dei diritti LGBT a una campagna social strumentale?».



In un lungo post sui social, dopo le tante critiche ricevute specie da donne di sinistra – come denuncia la stessa Likmeta – l’imprenditrice e giovane politica si scaglia contro la gestione del partito del gruppo radicale Magi-Della Vedova: «la vicenda del presepe mi ha fatto capire il malinteso per cui mi ero iscritta nel dicembre 2022 e il motivo per cui in quel partito non posso restarci un minuto di più. Chi se ne frega, diranno in tanti». Lo scandalo, conclude Anita Likmeta, ovvero la pochezza politica, «sta nella mitomania di Magi & soci, che, dall’alto del loro due per cento, invece di portare avanti una battaglia per uno Stato laico nel quale si allargano i diritti nel rispetto di tutti, ci dicono che “le tradizioni possono cambiare”, intendendo cioè che tutti quei milioni di italiani che la domenica mattina vanno a messa, si confessano e fanno la comunione sarebbero vittime di una mentalità retriva, poco inclusiva, che necessita di una versione up-to-date in stile Disney (prima che anche il CEO cambiasse idea). Perché come è andata davvero a Betlemme lo sanno Riccardo Magi e il social media manager di +Europa, mica Giovanni, Luca, Marco e Matteo».