Anna Bonomi Bolchini, nata a Milano il 23 novembre del 1910, cambiò il capoluogo meneghino, costruendo poli abitativi ed edifici che sono entrati di diritto nella storia della città. Non solo innovazioni architettoniche, però: al suo genio si devono anche aziende come Miralanza, Rimmel, Durbans, Saffa e alle banche (Credito Varesino e la Fingest). E poi Postalmarket, che permetteva di fare shopping a distanza ben prima che arrivasse Amazon. Andrea Bonomi, suo nipote, la ricorda ora al Corriere della Sera, a vent’anni dalla scomparsa: “Era una di quelle che gli inglesi definirebbero larger than life, persone fuori dal comune. Mia nonna era diversa dalle altre donne che ho conosciuto. Era diretta, parlava chiaro. Cerco di fare lo stesso, imitandola. Nel suo testamento ha scritto: “Sono Anna Bonomi. Ho 92 anni. E dico sempre la verità””.



La nonna era una vera e propria leader: “Di lei dicevano: “Non legge i bilanci, li annusa”. Aveva intuito e capiva le persone al volo. C’è un episodio che la racconta: Mario Faccioli, il suo salumiere, le confidò la delusione di non avere i soldi per acquistare il negozio a fianco, Cova. Mia nonna il giorno dopo tornò da lui con tre assegni del valore di 3 miliardi. Che poi lui le ha restituito” sottolinea il nipote. “Mia nonna è nata dall’amore del padre, Carlo Bonomi, erede di una importante famiglia di immobiliaristi diventati ricchi grazie alle esattorie, con la signora Maria Gironi, che faceva la portinaia in uno stabile di corso Indipendenza 23. Fino a 9 anni ha vissuto in portineria, poi si è ammalata di polmonite e il padre l’ha voluta in casa. Nel frattempo l’ha fatta studiare alle Marcelline e a 16 anni le ha intestato una villa sul Lago di Como, progettata da Mino Fiocchi dove si è trasferita con la madre” spiega ancora.



Anna Bonomi Bolchini, nipote: “Sosteneva la superiorità delle donne”

Anna Bonomi Bolchini “era convinta della superiorità delle donne senza essere femminista. Ugualmente era conosciuta internazionalmente, ma rimaneva milanese e sostenitrice dell’Italia” racconta il nipote, che non può fare a meno di rivelare anche un simpatico aneddoto. Pare infatti che tenne fuori dalla sua casa di Portofino persino Churchill: “Gli disse: “Se vuoi incontrare me entra, se ti interessa vedere la casa no”. L’aveva acquistata per far respirare l’aria buona ai figli. Aveva voluto la più speciale, senza garage, né piscina, che poi ha fatto costruire. Le altre erano belle case, ma dimenticabili, quella era un castello. Per sistemarla ha chiamato Tomaso Buzzi e il paesaggista Pietro Porcinai”.



La nonna ebbe rapporti anche con Berlusconi: “Mi ricordo quando tentava di convincerlo a far indossare in tivù i capi del suo Postalmarket a Lorella Cuccarini. Aveva già in mente il meccanismo delle influencer…”. Da grande imprenditrice ha avuto anche tre figli. È stata una mamma “in teoria perfetta, in pratica impegnativa. Non è facile avere in mano un iPad se tuo padre è Steve Jobs…” spiega Andrea Bonomi. Alla Bocconi ci saranno 18 borse di studio a suo nome per ragazze meritevoli: “Proseguiamo quello che mia nonna fece con le Carline, l’istituto creato nel 1941 in memoria del padre, con il quale aiutava le ragazze a emanciparsi. Anche noi seguiremo le borsiste negli studi, offrendo anche vitto e alloggio”.