Anna Carrino è stata intervista dal programma di Rai 2, Belve. Collaboratrice di giustizia e condannata a 16 anni per essere stata ritenuta la mandante di un omicidio, è nota in particolare per essere stata la storica compagna del boss dei Casalesi, Francesco Bidognetti. “Non mi ritengo una belva – esordisce Anna Carrino – mi ritengo una donna molto forte per aver intrapreso un’altra vita”. La signora Carrino racconta il soprannome che le avevano affibbiato: “Mi chiamavano la Comara, essendo io la compagna di un boss di Casal di Principe, per rispetto di quella persona, tenevano un’educazione e mi chiamavano la Comara, era una forma di rispetto”. Oggi l’ex compagna di Bidognetti è una donna molto diversa rispetto ad una ventina di anni fa: “Quel passato è passato, sono diventata un’altra donna, casa e lavoro, purtroppo ho fatto una scelta molto pesante, aver abbandonato i miei figli che è la cosa che mi nuoce nel cuore, ma l’ho dovuto fare. Il coraggio è stato prendere la macchina e andarmene, non so nemmeno io come l’abbia fatto, ma la paura era tantissima”. Anna ha conosciuto Francesco quando era giovanissima, aveva 13 anni e lui 29: “Mi sono avvicinata a lui perchè lo vedevo come un papà. All’inizio ho sempre coperto questa relazione non ne ho mai parlato con mia mamma, lei l’ha saputo quando ho partorito Katia, per nove mesi non si era accorta che fossi incinta: mia mamma sapeva che Bidognetti era un boss, frequentava casa nostra e quando l’ha scoperto mi voleva cacciare di casa”. Il giorno che ha partorito era addirittura sola in casa: “Ho portato una gravidanza per nove mesi con una panciera per non farla vedere, quando è nata Katia ero da sola in casa e alle 12:30 mi son venuti i dolori, mi son sentito l’acqua che mi colava vicino alle gambe ed è uscita la testolina della bambina e io con le mani la infilavo dentro perchè non sapevo cosa stesse capitando. Poi è tornato a mio fratello gli ho detto che non stavo bene, poi è arrivata mia mamma e le ho detto che avevo un attacco di appendicite. Dopo mi hanno portato in ospedale ed ho partorito”.
Ma cosa l’affascinava di Bidognetti? “Aveva modi bellissimi, la sua galanteria, il suo parlare, ti sapeva prendere proprio bene, come se uno psicologo ti fa il lavaggio del cervello. Con me non è stato cattivo, mai e poi mai”. E ancora: “Ho capito che era un grande camorrista quando sono andata a Casal di Principe. La bella vita mi piaceva, mi faceva stare bene, se volevo un paio di scarpe me le comprava, ma sono stata sedotta da come era fatto lui, non dalla bella vita, quando l’ho conosciuto non sapevo cosa faceva. A Casal di Principe comandavano Francesco Schiavone e Bidognetti”. Perchè l’aveva scelta? “Mi aveva scelto perchè mi diceva che ero diverso dalle altre come mamma e come donna, io non l’ho mai tradito fino a che ho collaborato, mi sono dedicata a quest’uomo. Lo apprezzavo tantissimo perchè chiunque veniva a casa mi presentava sempre come la compagna e mi sentivo fortunata, mi piaceva il fatto che lui ci teneva tantissimo, non mi faceva mai mancare nulla, era una vita diversa con lui, nonostante non l’abbia vissuto tanto visto che è stato arrestato, tutti mi trattavano come la donna del boss, con rispetto. Non avevano timore, non mi sentivo una donna boss”. Sulla vita criminale del compagno: “Io non sapevo in toto la situazione, l’ho saputo poi negli anni. Mi son trovata in una situazione più grande di me dopo l’ergastolo e ho preso la scelta di andare via”. Anna Carrino è stata condannata a 16 anni per aver “comandato” l’omicidio di un ragazzo che aveva discusso con il figlio: “Ci penso tutti i giorni a quel ragazzo ma io ho chiamato Luigi Guida (il killer ndr) ma non per ammazzarlo. Mai chiesto scusa ai genitori di questo ragazzo, non so perchè. Io non l’ho fatto quell’omicidio, io non gli ho detto di ammazzarlo, avevo chiesto un aiuto e Luigi Guida è stato chiamato anche per altre situazioni senza uccidere nessuno”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ANNA CARRINO, EX COMPAGNA BOSS BIDOGNETTI: “MIA FIGLIA GLI HA CHIESTO DI UCCIDERMI”
Anna Carrino, per anni al fianco del boss Francesco Bidognetti, è una delle donne più potenti della Camorra. È stata mandante di omicidi, furti, estorsioni e ricatti, oltre che interprete dei pizzino dal carcere. È di fatto la donna che ha preso in mano il clan dei Casalesi quando il compagno era recluso, ma ora è una collaboratrice di giustizia e la sua vita è per questo tutelata dal programma di protezione testimoni. Proprio il suo pentimento ha rappresentato l’inizio della fine di quell’impero criminale. Ne parla a Belve, in un’intervista che verrà trasmessa oggi su Rai2. Quando ha conosciuto Bidognetti lei aveva 13 anni, trascorsi perlopiù in collegio, mentre lui 29. «Mi sono molto avvicinata a lui perché lo vedevo come un papà, poi man mano cominciava a nascere non dico l’amore, perché amore è una parola molto grande, ma tantissimo affetto». Non ha risposto, invece, a Francesca Fagnani quando le è stato chiesto se Bidognetti avesse una relazione con sua madre all’epoca. Invece ha confermato di aver partorito da sola in bagno: «Quella mattina sono rimasta da sola a casa, mi sono venuti dei dolori di pancia, pensavo di dover andare in bagno ma d’un tratto mi sono sentita l’acqua che mi colava tra le gambe e ha cominciato a uscire la testolina della bambina e io con le mani la infilavo dentro per non farla uscire».
ANNA CARRINO E LA “CONDANNA A MORTE” DALLA FIGLIA
Proprio Katia Bidognetti, la primogenita, è un capitolo a parte per Anna Carrino. La donna in una lettera al padre boss gli ha chiesto implicitamente di far uccidere la madre. «Non si spiega, perché anche la mamma più cattiva del mondo i figli la perdonano sempre. Se è arrivata a tutto questo vuol dire che ha un odio nei miei confronti», racconta a Belve. Ma questo odio non può essere attribuito alla sua decisione di collaborare con la giustizia, infatti si parla di un rapporto ambiguo con il genero. «All’inizio c’è stato quel rapporto tra suocera e genero, poi dopo ha cominciato ad allungare le mani. E quando uno comincia ad allungare le mani…». La figlia ha quindi attribuito a lei quel gesto improprio: «Sì. Come lo attribuiscono tantissime persone. Perché dicono che io non ho parlato, mi sono stata zitta, l’ho coperto, perché ho fatto… Ma invece non parlavo per paura». A Belve, dunque, la giornalista Francesca Fagnani scaverà nel passato dell’ex compagna di Francesco Bidognetti per capire il motivo per il quale decise di intraprendere la strada criminale, quella che poi ha abbandonato.