Sono trascorsi più di dieci anni dalla tragica morte di Anna Costanzo, truccatrice del Teatro Petruzzelli di Bari uccisa l’11 luglio del 2009 dall’ex compagno Alessandro Angelillo. Un caso che ha sconvolto la comunità barese e che verrà ripercorso nell’appuntamento di questa sera – lunedì 13 gennaio 2020 – con “Commissari – Sulle tracce del male”, programma condotto da Pino Rinaldi e in onda alle ore 23.10 su Rai 3. Insieme al commissario Pasquale Testini, responsabile della sezione omicidi della Squadra Mobile di Bari, il conduttore affronterà le varie tappe delle indagini sull’uccisione della donna molto amata e stimata in quel di Bari, una ricerca che ha coinvolto più persone fino alla scoperta della verità. Ma alla fine gli investigatori, grazie all’attività investigativa tradizionale e alle nuove tecnologie, sono riusciti a individuare il colpevole di questo misterioso omicidio e ad arrestarlo per omicidio della nota truccatrice.
COMMISSARI, IL DRAMMA DI ANNA COSTANZO
L’omicidio di Anna Costanzo sconvolse Bari ed il mondo dello spettacolo intero. La storia parte dal 2006: Anna conosce Alessandro, più giovane di lei di 17 anni. Una relazione coltivata nonostante la differenza d’età, anche se l’uomo vive una relazione parallela con una ragazza più giovane. Come riporta Fanpage, Alessandro sostiene di non avere amanti, additando come “mitomane” la donna che sostiene di avere un rapporto con lui. La ragazza, non meglio identificata, inizia a perseguitare Anna Costanzo, tanto da spingere la donna a porre fine alla relazione con Alessandro. L’uomo va su tutte le furie: inizia a starle addosso in ogni modo, anche via social. Una sera, quella del 10 luglio 2009, un uomo entra nell’abitazione di Anna e, dopo averla picchiata e colpita ripetutamente alla testa, la strangola. Infine, viene annegata nella vasca. Per far credere che Anna avesse incontri con uomini conosciuti sul web, Alessandro decide di introdursi nel suo profilo Facebook e di scrivere alcuni post misteriosi.
OMICIDIO ANNA COSTANZO, LA CONDANNA DI ALESSANDRO ANGELILLO
Individuare e incriminare Alessandro Angelillo per la morte di Anna Costanzo non è stato facile per gli inquirenti, che hanno dovuto far fronte a mesi e mesi di indagini. Dopo le analisi dei tabulati informatici e telefonici, le forze dell’ordine hanno arrestato l’uomo, poi processato con rito abbreviato. Condannato a 30 anni di reclusione con la prima sentenza, Alessandro riceve una condanna a 24 anni in secondo grado: i giudici esclusero l’aggravante della crudeltà, spiegando che il suo fu «un maldestro tentativo di simulare una scena che facesse pensare ad un delitto a sfondo sessuale». Infine, la Corte di Cassazione lo ha condannato a 16 anni e 6 mesi di carcere. Ricordiamo che pochi mesi fa è stata inaugurata al Policlinico di Bari una stanza per le vittime dedicata alla memoria di Anna Costanzo.