Anna Falchi affronta il tema delle molestie e del politically correct
Anna Falchi, ai microfoni di Repubblica, ha affrontato il delicato tema delle molestie sulle donne e sul politically correct. Spesso l‘attrice è stata contestata per le sue dichiarazioni considerate, in un certo senso, anti-femministe: “Oggi non si può dire più niente. Mi rinfacciano di non essere politically correct, questo termine mi sta sul cavolo” ha affermato.
E ancora: “Ho detto di aver usato il mio corpo come strumento di lavoro, e questo fa incazzare le donne. Ma a me non fa incazzare, faccio quello che mi pare. I calendari? Mi strapagavano, mi piaceva vedermi così, quando li rivedo dico “quanto stavo in forma”. Amen“. Anna Falchi ha poi affrontato il tema delle molestie sessuali ai danni delle donne: “Tutte le abbiamo subìte, e le subiamo ancora. Mai come in questo periodo mi capita di incontrare dei bei marpioni. La donna dello spettacolo è considerata effimera, ci sono donne disposte a tutto e altre no, l’uomo non riesce a distinguere.”
Anna Falchi confessione choc: “Ho detto di no a Brass”
Anna Falchi, ai microfoni di Repubblica, ha ripercorso gli esordi della sua carriera con dettagli inediti. L’attrice ha rivelato di aver rinunciato a girare film erotici: “Arrivata a Roma ho conosciuto personaggi straordinari: Fellini, Risi, Vangelis, Irene Papas. E Moravia: facevamo delle riunioni negli uffici di una casa di produzione. C’erano lui, la moglie Carmen Llera e Tinto Brass. Avrei dovuto interpretare un film tratto da L’uomo che guarda. ”
E ancora: “Ero una ragazzina venuta dalla provincia. Passavano i giorni, osai chiedere a Brass cosa avrei dovuto fare, non è che avessi questa gran cultura dei suoi film. Mi disse “metterò la macchina da presa sotto di te e tu ci farai la pipì sopra. L’ho fatto fare a tutte le grandi attrici”. Titubavo, e lui si arrabbiava, “l’ha fatto la Sandrelli”. Se fossi nata con un film erotico sarei stata etichettata per sempre. Ho detto no, feci saltare in aria un progetto pensato su di me. E mangiavo tramezzini, per dire, avevo anche bisogno“.