Nella Giornata della Memoria 2022 è stata diffusa la notizia della traduzione del celebre libro “Diario di Anna Frank” in persiano. Si tratta di un evento storico: per la prima volta, infatti, gli iraniani avranno a disposizione il diario della ragazzina ebrea deportata ad Auschwitz-Birkenau. 

Il regista di origine iraniana naturalizzato canadese Maziar Bahari, che ha realizzato la traduzione assieme con il Museo memoriale dell’Olocausto degli Stati Uniti, ha spiegato il suo obiettivo: combattere il negazionismo della Shoah da parte delle autorità di Teheran. Questa traduzione rientra in un progetto denominato ‘Progetto Sardari’ che include la divulgazione di materiale educativo relativo alla Shoah, rivolta alla nuova generazione di iraniani.



Anna Frank, il diario tradotto in persiano

In occasione della Giornata della Memoria, i riflettori tornano ad accendersi sul nome di Anna Frank, il cui celebre diario adesso sarà a disposizione anche degli iraniani, tradotto per la prima volta in persiano. È quanto reso noto a a Haaretz il regista di origine iraniana naturalizzato canadese Maziar Bahari, che come svelato dall’Ansa ha realizzato la traduzione insieme al Museo memoriale dell’Olocausto degli Stati Uniti (Ushmm). L’obiettivo centrale, come spiegato in vista della Giornata della Memoria, è ovviamente quello di combattere il negazionismo della Shoah da parte delle autorità di Teheran.



Il nome di Anna Frank, inevitabilmente rievoca la brutalità del nazismo e dell’olocausto. La storia della 13enne ha commosso tutto il mondo e continua ancora oggi a farlo grazie alle pagine del suo Diario in cui la giovane raccontò i 2 anni e 30 giorni trascorsi in un rifugio insieme a 8 persone in totale, all’interno della casa segreta ricavata sul retro di un edificio di Amsterdam, con il timore costante di essere trovati, deportati e infine uccisi.

Anna Frank, la sua storia in un diario: chi li tradì?

Anna Frank ha sperato fino all’ultimo di potersi salvare, almeno fino alla mattina del 14 agosto 1944, quando una macchina della polizia tedesca si fermò davanti al covo e mise per sempre fine alle speranze. Gli otto occupanti furono condotti nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e al momento della liberazione solo il capofamiglia Otto Frank era ancora vivo. Una volta fatto ritorno a casa entrò in possesso del diario della figlia e decise che tutto il mondo avrebbe dovuto conoscere l’orrore narrato dalla penna di una ragazzina.



Dal film sono stati tratti film, romanzi e saggi ma ad oggi, come spiega Il Messaggero, nessuno ancora sapeva chi fu la spia che li condannò a morte certa. Si legge in merito sul quotidiano: “Oggi sappiamo la verità: fu il notaio ebreo Arnold van der Bergh a tradirli. Un enigma durato 78 anni e narrato dalla biografa canadese Rosemary Sullivan, l’autrice del libro inchiesta “Chi ha tradito Anne Frank. Indagine su un caso mai risolto”.