Rino Gaetano è il protagonista della puntata di oggi di Techetechetè su Rai Uno. Di certo il pubblico italiano non ha dimenticato l’artista calabrese, ma chi ce la mette tutta per mantenere vivo il ricordo di Rino è la sorella Anna. Nel 2018, in occasione del 37esimo anniversario dalla sua scomparsa, la Gaetano ha manifestato tutto il suo malcontento per il fatto che nella “sua” Crotone, quella data sia passata del tutto inosservata. Questo lo sfogo consegnato al portale Fantapol News:”Neanche un fiore, un omaggio, una parola, per ricordare mio fratello quando si è trattato di organizzare eventi a scopo di lucro invece, sono stati tutti buoni e capaci, pur sapendo, alcuni signori, che non avrebbero potuto intraprendere nessuna iniziativa senza il consenso della famiglia di Rino. Perché Rino una famiglia ed una casa, ce le ha sempre avute. Eppure Rino è nato a Crotone era crotonese, amava la sua terra e la sua gente, ha dato e continua a dare lustro alla sua città attraverso le sue canzoni, e dispiace quindi dire che Roma, la sua città d’adozione, che lo ha accolto quando aveva solo 9 anni, e dove è cresciuto professionalmente, lo ha onorato degnamente, mentre Crotone e l’amministrazione comunale, nell’occasione più importante e significativa, lo ha letteralmente ignorato. Questa è la verità, e non mi spiego il perché di tale atteggiamento che reputo superficiale, distaccato ed egoistico”.
ANNA GAETANO, SORELLA DI RINO GAETANO
In questi anni è stata proprio la sorella maggiore di Rino Gaetano, Anna, a ripristinare la verità sul fratello quando qualcuno metteva in giro voci non rispondenti al vero. Un po’ come quando Bruno Mautone, ex sindaco di Agropoli, sostenne che la morte del cantante fosse stata il frutto di un complotto. In un’intervista di qualche anno fa a “Libero”, la donna smentì:”Contesto in tutto la ricostruzione. I suoi sono sogni. Respinto da sei ospedali? Rino fu soccorso a dovere. La presenza dei pompieri sul luogo dello scontro, evocata come qualcosa di insolito dall’avvocato, si spiega con la necessità di estrarre il corpo dalle lamiere. Purtroppo aveva un trauma cranico per il quale il Policlinico non era attrezzato a operare, e gli altri ospedali, contattati telefonicamente, nemmeno. (…) Se davvero crede che Rino sia stato ucciso, se vuole fare una cosa gradita alla famiglia Gaetano, faccia i nomi, scriva cose circostanziate. Sennò risveglia soltanto un dolore, che per me è grandissimo”.