Annalori è la moglie di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato eroe protagonista del docu-film “Giorgio Ambrosoli – Il prezzo del coraggio” trasmesso in prima serata su Rai1. La moglie di Ambrosoli, assassinato da un sicario ingaggiato da Michele Sindona, durante il film di Rai1 ha rilasciato alcune breve dichiarazioni sul ruolo di liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona: “era un periodo molto duro e difficile, Giorgio ha con grande professionalità. La consapevolezza di qualcosa gigantesca, dove era necessaria una grande responsabilità. Era consapevole di cosa stava andando incontro”. La donna poi ricorda la toccante lettera scritta dal marito: “Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto… Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell’altro”. Parole che ancora oggi la commuovono come ha raccontato durante una recente intervista rivelando anche che quella lettera ora è nelle mani del figlio Umberto. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
La lettera di Giorgio Ambrosoli alla moglie Annalori
Rimarrà nella storia la lettera che Anna Lori riceverà dal marito Giorgio Ambrosoli negli anni settanta. Il 25 di febbraio per la precisione, un giorno importante per l’avvocato che analizzerà come commissario liquidatore il crack subito dalla Banca Privata Italiana e che verrà ucciso qualche anno più tardi su ordine del banchiere Michele Sindona. “Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese”, scrive Ambrosoli, come ricorda Libera. Una testimonianza forte che dimostra quanto il legale fosse consapevole di aver operato solo nell’interessa dell’Italia, “creandomi ovviamente solo nemici perchè tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava, non sono certo riconoscenti, perchè credono di aver avuto solo quello che a loro spettava”, scrive ancora.
Anna però è sicura che il suo Giorgio non sia stato un eroe, ma una persona comune che ha fatto solo il proprio dovere. La vedova Lori è intervenuta alcuni anni fa in diverse scuole grazie alla collaborazione con l’associazione Libera, ricorda Lecco Online. “Una storia difficile, ma anche semplice: Giorgio con grande senso di responsabilità ha fatto quello che era suo dovere fare, fino in fondo”, ha sottolineato, ripercorrendo gli ultimi anni di vita del marito. Dall’incarico affidato ad Ambrosoli, ovvero di restituire i soldi agli investitori che avevano subito una perdita a causa del fallimento dell’istituto bancario. “Pensava ceh se ne sarebbe occupato con un gruppo di liquidatori. Invece poi scoprì che avrebbe dovuto fare tutto da solo”, continua. “Purtroppo la solitudine è uno degli elementi di questa storia. Lo Stato in diversi momenti ci ha dimenticato, ci ha lasciati soli”: per Anna lo sdegno maggiore riguarda un’affermazione. “Ambrosoli se le andava a cercare”, dirà Giulio Andreotti in un’intervista rilasciata nove anni fa a Giovanni Minoli. Parole che per Anna rappresentano tutto ciò che il marito ha voluto combattere e che lei ha raccolto come sua eredità.
Anna Lori, moglie Giorgio Ambrosoli: quando la fortuna le ha girato le spalle
La fortuna girerà le spalle ad Anna Lori per ben due volte nel corso della sua vita. La prima volta quando il marito Giorgio Ambrosoli verrà ucciso dalla malavita a causa della sua denuncia contro la corruzione di Banca Privata Italiana. La seconda diversi anni più tardi, quando in occasione del 30° anniversario della morte dell’avvocato, perderà la vita anche il figlio Filippo Ambrosoli. Secondo le notizie dell’epoca, riportate da Il Giornale, l’architetto è stato stroncato da un malore mentre si trovava in casa e mentre il resto della famiglia presenziava ad un convegno all’università Bocconi per un tributo ad Ambrosoli. Nonostante il doppio lutto, Anna continuerà negli anni a portare avanti con gli altri due figli, Umberto e Francesca, oltre al nipote Stefano, il testimone lasciatole dal marito. Molteplici gli incontri con i ragazzi, per sottolineare quanto la figura di Ambrosoli sia più che attuale, così come tutto ciò che gli è accaduto. “Giorgio non credeva che le avrebbero messe in atto”, spiega qualche anno fa riguardo alle minacce ricevute dal marito, ricorda Lecco Online, “perchè era troppo evidente di chi sarebbe stata la colpa”. Questo non impedirà però a Michele Sindona di assoldare un sicario per ucciderlo. “Lo sento sempre presente”, aggiunge, “anche in famiglia lo nominiamo spesso, proprio come se fosse ancora tra noi. Io ne sono convinta. Anche se a volte faccio fatica a portare queste testimonianze, mi piace stare insieme a voi giovani che siete ancora in tempo per capire come bisogna comportarsi nella vita”.