Il 26 settembre di 47 anni fa ci lasciava Anna Magnani, una delle più grandi interpreti femminili della storia del cinema, nonché attrice simbolo del movimento italiano e capitolino. Punto di riferimento di molte interpreti delle generazioni successive, la Magnani ha ottenuto riconoscimento in ogni parte del mondo, arrivando alle vette più ambite: la sua interpretazione ne La rosa tatuata le valse nel 1956 un premio Oscar alla miglior attrice protagonista. Piccolo dettaglio: lei è stata la prima attrice non di lingua inglese a ricevere il premio.



Tra le poche personalità italiane ad avere una stella nella Hollywood Walk of Fame, Anna Magnani resterà nella storia della settima arte per le sue interpretazioni in film come Roma città aperta di Roberto Rossellini, Nella città l’inferno di Renato Castellani, Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini o ancora Risate di gioia di Mario Monicelli e Bellissima di Luchino Visconti. Tra gli altri riconoscimenti ricordiamo due David di Donatello, cinque Nastri d’argento, un Globo d’oro, un Golden Globe, un BAFTA.



ANNA MAGNANI, 47 ANNI DALLA MORTE

Anna Magnani è stata sicuramente tra le attrici più amate del cinema italiano, in grado di mettere d’accordo tutti a prescindere dall’esito di un film. Le sue interpretazioni hanno quasi sempre convinto critica e pubblico e l’hanno fatta diventare un simbolo di Roma: lei, insieme ad Alberto Sordi e Aldo Fabrizi,è considerata una delle figure preminenti della romanità cinematografica del XX secolo e non si può non essere d’accordo sul punto.

Numerosi gli attestati di stima ricevuti in giro per il mondo e tanti grandi maestri del cinema italiano le hanno reso omaggio in carriera, a partire da Federico Fellini: «Anna Magnani ha incarnato la figura femminile che ha dato agli italiani un motivo d’orgoglio». Così, invece, il cineasta francese Jean Renoir: «La Magnani è la quinta essenza dell’Italia, e anche la personificazione più completa del teatro, del vero teatro con scenari di cartapesta una bugia fumosa e degli stracci dorati, dovevo logicamente rifugiarmi nella commedia dell’arte e prendere con me in questo bagno la Magnani, le sono grato per aver simboleggiato nel mio film tutte le altre attrici del mondo».