BERNINI, “PRECARIATO? E’ QUELLO VISSUTO FINO A OGGI, MA ORA…”
La ministra Anna Maria Bernini difende la sua riforma sui nuovi contratti di ricerca nell’università dopo che questa è stata approvata in Consiglio dei Ministri: sul piede di guerra l’associazione che riunisce i dottorandi e i dottori di ricerca italiani, preoccupati dalla prospettiva di un incremento del precariato e dal nuovo taglio dei fondi di circa mezzo miliardo al Fondo di Funzionamento Ordinario, come lamentato dal Crui (Conferenza dei Rettori). In una intervista pubblicata quest’oggi da ‘la Stampa’, la titolare del Ministero dell’Università e della Ricerca ha tuttavia risposto alle critiche, difendendo la sua riforma e al contempo ha ‘aperto’ al confronto, ammettendo che l’approvazione è solo il primo passo in una certa direzione e ammettendo che “tutto è migliorabile”.
MINISTRA DELL’UNIVERSITA’, “RIFORMA? MIGLIORABILE COL CONFRONTO”
“Combatteremo il precariato nelle Università”: così la ministra Anna Maria Bernini che quest’oggi, dalle colonne de ‘la Stampa’, difende la riforma che porta il suo nome e prova a spiegare come le misure di recente approvazione dal CdM “restituisce dignità alla ricerca, anche nelle sue tutele”. Pieno dialogo con le opposizioni e anche con le associazioni che nelle ultime ore hanno evidenziato possibili criticità della stessa riforma, tra cui quella di un aggravamento della situazione dei precari negli atenei italiani. “Tutto è migliorabile. Questo è un punto d’inizio, non la fine. Ci sarà un confronto” ha garantito la 58enne già senatrice di Forza Italia: “Le nuove figure contrattuali non tolgono nulla, ma aggiungono opportunità. Penso al contratto retribuito per lo studente la cui attività viene valorizzata, anche economicamente”.
ANNA MARIA BERNINI, “RIFORMA GELMINI? OTTIMA, MA SERVE RESTYLING”
Entrando nel merito della sua riforma, Anna Maria Bernini ha poi spiegato al quotidiano torinese il motivo per cui è stata accantonata la figura unica ‘pre-ruolo’, introdotta durante il Governo Draghi e che beneficiava di tutele contrattuali certe: “Non è stata affatto accantonata, anzi. Credo che il contratto di ricerca possa avere un rilancio da questa riforma. Le università possono già applicarlo” aveva precisato, aggiungendo che in determinate situazioni di ‘vuoto’, si è cercato di individuare altri contratti che vanno a colmarlo. Per quanto concerne invece l’annosa questione del Fondo di Finanziamento Ordinario, la diretta interessata risponde che è già stato firmato il decreto di riparto di questo e che nel 2024 sono stati distribuiti oltre 9 miliardi alle università statali. Infine, una battuta sulla riforma targata Gelmini: “Ottima legge, ma ha dieci anni, serve un restyling, anche in vista del miglior utilizzo possibile delle risorse…”.