Ergastolo: questa la richiesta del pubblico ministero per i due imputati dell’omicidio della pensionata Anna Maria Burrini, zio e nipote ucraini alla sbarra a Siena accusati di aver ucciso la donna nel suo appartamento, al culmine di una rapina, il 26 settembre 2022. Lo riporta La Nazione, secondo cui nella sua requisitoria il pm avrebbe chiesto anche l’isolamento diurno per 12 mesi a carico del primo, 39enne che per gli inquirenti sarebbe l’esecutore materiale del delitto, e per 8 mesi alla nipote, una giovane di 25 anni.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’uccisione di Anna Maria Burrini sarebbe avvenuta nel tessuto di una “malvagità dei suoi autori“, nell’ambito di una “azione predatoria barbaramente posta in essere” per sottrarre all’anziana denaro e gioielli. Nell’immediatezza del delitto era apparso subito evidente che la vittima conoscesse almeno uno degli aggressori. Per la Procura senese, riporta la Tgr Toscana, si tratterebbe proprio del 39enne, da tanti anni in Italia e di professione operaio, al quale la vittima avrebbe affittato una stanza della propria abitazione dove l’uomo sarebbe rimasto per circa 7 mesi.
Anna Maria Burrini uccisa a Siena, la ricostruzione del delitto
Secondo l’accusa, il 39enne imputato dell’omicidio di Anna Maria Burrini si sarebbe presentato a casa dell’anziana. quel 26 settembre 2022, insieme alla nipote 25enne, anche lei oggi alla sbarra a Siena, fingendo che la ragazza volesse acquistare un immobile di proprietà della vittima. Dopo essere stati accolti dalla pensionata, si sarebbero diretti in cucina, riporta ancora Tgr Toscana, e avrebbero versato del sonnifero in una bevanda, sostanza che però non avrebbe fatto effetto.
A quel punto, secondo la Procura di Siena, l’uomo avrebbe sorpreso la pensionata alle spalle e l’avrebbe strangolata “con un laccio di scarpa”. Dopo il delitto, il corpo di Anna Maria Burrini sarebbe stato spostato in camera da letto dove poi è stato rinvenuto dalle forze dell’ordine. Quando la Polizia lo ha fermato, il 39enne avrebbe avuto con sé ancora parte della refurtiva che non sarebbe riuscito a vendere nell’immediatezza dell’omicidio. Poco dopo sarebbe arrivata la confessione da parte della nipote.