Anna May Wong è stata celebrata da Google con un doodle nel 97esimo anniversario del film muto “The Toll of the Sea”. Considerata la prima attrice cinese arrivata nell’olimpo di Hollywood, Anna (vero nome Wong Liu Tsong) è nata nel 1905 a Los Angeles nel quartiere di Chinatown. La sua carriera di attrice comincia molto presto: dapprima recita nel cinema muto per poi passare al cinema sonoro. Recita in tantissimi film, ma in nessun grande capolavoro, anche se le sue pellicole riscossero un enorme successo. Non solo, Anna si fece apprezzare anche come attrice di teatro, dividendosi con egual successo anche in radio e tv. Tra tutti i suoi film una particolare menzione merita “The Toll of the Sea”, film muto che le ha regalato il grande successo e la popolarità. Sulla cresta del successo del film muto, Anna diventa una star di Hollywood nonostante in quegli anni ci fosse una discriminazione razziale verso le persone di origine cinesi. Un successo che oggi viene consacrato e riconosciuto anche da Google. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Anna May Wong: attrice cinese discriminata sul set: rivincita 40 anni dopo la morte

Ci sono voluti circa 40 anni dopo la sua morte – sopraggiunta improvvisamente all’età di 56 anni – affinché, agli inizia degli anni 2000, Anna May Wong potesse prendersi la sua rivincita. Discriminata non solo sul piano razziale ma anche economico sul set per anni, relegata sempre a ruolo minori e perennemente snobbata, l’attrice cinese visse la sua più grande delusione nel 1935, quando la Metro-Goldwyn-Mayer le disse di no per il ruolo da protagonista ne La buona terra, tratto dall’omonimo romanzo di Pearl S. Buck. Quella parte fu infatti poi affidata alla collega tedesca Luise Rainer che per quella interpretazione vinse l’Oscar. Questo spinse la Wong ad affrontare un viaggio in cina alla ricerca delle sue origini ed al suo ritorno comparve in diversi B movie della Paramount Pictures. Solo negli anni 2000, molto dopo la sua morte, la critica iniziò a rivalutarla rivedendo tutto il suo percorso non solo di attrice ma anche di icona di stile, riconoscendo in lei il coraggio di essere riuscita ad imporsi in anni in cui anche solo portare una sino americana sul grande schermo era una conquista. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ICONA DI STILE DOPO FILM CON DIETRICH “LA MEGLIO VESTITA AL MONDO”

Con Anna May Wong, Google prosegue con le celebrazioni di donne celebri ma non famosissime. Lo è stato per l’aviatrice australiana Maude Lores Bonney e la religiosa-medico tedesca Ruth Pfau, e adesso prosegue con la prima attrice di origini cinesi diventata star di Hollywood. Il suo successo portò una nota di novità a Hollywood, in un’epoca in cui vi era una forte discriminazione razziale anche in ambito cinematografico. Questo la portò ad una scarsa considerazione da parte di registi e produttori. Sono soprattutto gli anni Trenta quelli davvero fortunati per lei. In quel periodo l’attrice viaggiò per l’Europa dove ebbe l’occasione di recitare in ruoli non più secondari come accaduto fino a quel momento. Quando fece ritorno negli stati Uniti recitò con Marlene Dietrich nel film del 1932, “Shanghai Express”. La sua partecipazione le permise di diventare un simbolo della moda al punto da essere definita “donna meglio vestita del mondo” dalla Mayfair Mannequin Society di New York. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



DONNA ‘PONTE’ TRA CINA E HOLLYWOOD: I SUOI MIGLIORI FILM

Un “ponte” tra la Cina e gli Usa di Hollywood ma anche una icona di stile che seppe sopportare le infamie razziste nel corso della sua carriera per le sue origini asiatiche: questo non tolse ad Anna May Wong la capacità e la maestria nell’interpretare diversi ruoli in film divenuti autentiche pietre miliari del cinema internazionale. Dai già citati “Limehouse Blues” e “Island of Lost Men”, fino all’iconico “Daughter of the Dragon” passando per il ruolo sexy in “Shanghai Expresse” del 1932. Ma Anna May Wong la vediamo seducente e dolce allo stesso punto in “Chinatown Charlie” del 1928, appena un anno prima del sofisticato “PIccadilly”: in molti ricordano poi “Ritratto in nero” del 1960, appena un anno prima della sua morte che sconvolse il cinema cinese e quello americano, resosi forse conto troppo tardi della maestria e della celebrità internazionale che ormai rappresentava appieno tra i due suoi amati “mondi”. Un coraggio costante nell’andare oltre lo stereotipo che ne fa di quell’attrice oggi una vera icona non solo di stile ma anche di cultura. (agg. di Niccolò Magnani)

LUCY LIU “PIONIERA CHE SOPPORTAVA IL RAZZISMO”

Anna May Wong, l’attrice cinese celebrata quest’oggi da Google con uno speciale Doodle, è stata menzionata recentemente dall’attrice Lucy Liu, seconda attrice asiatica a finire sulla famosa Walk of fame di Hollywood. Proprio nell’occasione della “menzione” sulla camminata dei famosi, la Liu aveva ricordato così la sua “antenata”: “Quando mi sono trasferita a L.A., vivevo in Vine Street, quindi è elettrizzante avere Anna May Wong, che è la prima attrice asiatica-americana, come mia vicina. Cento anni fa, era una pioniera mentre sopportava il razzismo, l’emarginazione e l’esclusione. Ho avuto la fortuna – aveva proseguito in quell’occasione – che pionieri come Anna May Wong e Bruce Lee sono venuti prima di me. Se il mio lavoro ha in qualche modo contribuito a colmare il divario tra i ruoli stereotipati, dato per la prima volta ad Anna May, e il successo del mainstream oggi, sono entusiasta di aver fatto parte di quel processo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ANNA MAY WONG CHI E’? LA CONSACRAZIONE ARRIVATA SOLO POST-MORTEM

Anna May Wong è stata un’attrice la cui bravura e professionalità è stata celebrata e osannata, purtroppo solo post-mortem. Solamente nei primi anni del 2000, infatti, la Wong venne considerata una star nonché una icona di stile, una donna che seppe superare numerosi pregiudizi che hanno accompagnato per anni gli emigrati cinesi negli Stati Uniti. Come ricorda IlQuotidiano.net quest’oggi, nel periodo in cui Anna May recitava per la prima volta, stiamo parlando degli anni ’30, oltre oceano vigeva il “Chinese Exclusion Act“, una serie di norme che fissavano dei precisi paletti circa le donne cinesi che volevano approdare negli States. “I cinesi sono meno civilizzati degli americani”, si ripeteva spesso e volentieri in quegli anni, e i lavoratori provenienti dall’estremo oriente furono “mobbizzati”, venendo discriminati e subendo violenze e numerose umiliazioni. Anna riuscì ad emergere nonostante una società avversa, e nonostante i forti timori della famiglia, già preoccupata dal trattamento ricevuto dai cinesi in America, e temendo il fatto che una figlia che volesse fare l’attrice potesse dare solo scandalo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ANNA MAY WONG, CHI è? IL DOLOROSO RIUFITO DELLA METRO GOLDWIN MAYER

Anna May Wong ha dovuto superare numerose difficoltà nella sua lunga e prestigiosa carriera cinematografica per il fatto di essere cinese. Una delle delusioni maggiori si verificò nel 1935, quando la stessa dovette subire il rifiuto da parte della Metro-Goldwyn-Mayer, la nota casa di produzione americana, che decise di non prenderla per il ruolo principale nella pellicola “La buona terra”, tratta dall’omonimo romanzo di Buck, puntando invece sulla tedesca Luisa Rainer, che poi vincerà l’Oscar per il ruolo. Iniziò così un periodo in cui la Wong, forse delusa per quanto accaduto, decise di girare la Cina, scoprendo le origini e la cultura del suo paese d’origine, per poi comparire in alcuni B movie della Paramount Pictures, in cui cercò di dare una caratterizzazione positiva al personaggio cinese-americano, a discapito invece dell’immaginario collettivo dell’epoca. Dopo un periodo sabbatico in cui dedicò le proprie finanze alla causa cinese contro il Giappone, la Wong tornò a recitare negli anni ’50, questa volta nel piccolo schermo. Divenne la protagonista di “The Gallery of Madame Liu-Tsong” del 1951, primo show tv americano con protagonista una donna di origini asiatiche. Nel 1961, poco prima di ritornare al cinema con Fior di loto, morì per un attacco cardiaco: aveva solo 56 anni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ANNA MAY WONG: GLI ESORDI

Anna May Wong nacque a Los Angeles, nei pressi di Chinatown, da genitori cinesi. Il cinema fu fin da subito la sua più grande passione, iniziando a recitare in tenera età. Il primo ruolo importante lo ebbe infatti a 17 anni, nel 1922, quando recitò in “The Toll of the Sea”, che è anche uno dei primissimi film a colori della storia. Due anni dopo, nel 1924, la partecipazione a “Il ladro di Bagdad” con Douglas Fairbanks. Due interpretazioni che permisero alla Wong di divenire molto celebre, ma gli Stati Uniti continuavano ad affidarle ruoli di secondo piano, di conseguenza, la stessa interprete, decise di abbandonare la patria per volare nel Vecchio Continente. In Europa ottenne la popolarità sperata a partire dal 1929, dove recitò nel film “Piccadilly”, mentre nel 1930 la partecipazione al suo primo film parlato, girato in contemporanea in tre diverse versioni, leggasi “The Flame of Love”, in inglese, “L’Amour maître des choses”, in francese, e infine, “Hai-Tang”, in lingua tedesca. Il film non venne accolto in positivo dalla critica, nonostante il lavoro sublime della Wong. Nei primi anni trenta Anna May Wong continuò a viaggiare fra Stati Uniti ed Europa, recitando in alcuni film con sonoro, come “La figlia di Fu Manchu”, e “Shanghai Express”, quest’ultimo, assieme alla grande Marlene Dietrich. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ANNA MAY WONG, LA STAR DEL CINEMA CELEBRATA DA GOOGLE

Anna May Wong è l’attrice sino-americana ricordata oggi da Google in occasione del 98mo anniversario della sua morte. Nata Wong Liu Tsong a Los Angeles, Anna May Wong ha descritto nel mondo del cinema una epopea personale amara, seppur dorata, scontrandosi con i pregiudizi di una società che sarebbe maturata solo una generazione dopo la sua. Erano tempi in cui le radici contavano ancora molto e sebbene il sogno americano fosse una realtà per i molti che lasciato il proprio paese erano nati sulla suolo del nuovo continente, l’impronta della società era ancora molto classista e chiusa. Sono tante le riflessioni politiche e sociologiche che suggerisce la vita di Anna May Wong, e forse analizzando meglio la sua vita scopriremo che alcune cose sono cambiate, ma forse i meccanismi che le regolano sono ancora gli stessi. Anna May Wong ebbe la fortuna – e l’abilità – di diventare la prima star di origini cinesi del cinema americano (allora all’epoca del muto) e questo le spalancò una grande carriera anche se “solo” come caratterista, in ruoli molto stereotipati e in cui dei cinesi si stigmatizzavano stranezze e difetti. Da un lato la bellezza e l’eleganza per Anna May Wong si tradusse in una popolarità davvero straordinaria per l’epoca, ma artisticamente non riusciva a trovare spazio nella sceneggiatura, stritolata in ruoli di secondo piano ed estremamente piatti per le sue qualità recitative. Anna May Wong decise quindi di sfruttare la sua popolarità ma abbandonare gli Stati Uniti per cercare in Europa, se non maggiore apertura mentale, almeno maggiore intraprendenza in un cinema di grandi tradizioni, ma già messo sotto pressione dalla potenza dell’industria USA. E qui trovò ruoli di maggiore evidenza, ma si scontrò con un altro tipo di pregiudizio, quello economico. Non riusciva infatti ad ottenere una paga paragonabile a quella delle altre attrici europee o americane, nonostante avesse una parte nel film di maggiore preminenza. Questo la spinse ancora oltre, ad andare in Cina e scoprire le radici del suo popolo, quelle che aveva impresse nei tratti somatici, pur non avendole vissute se non blandamente in ambito familiare, visto che Anna May Wong essendo nata a Los Angeles, la Cina non l’ha mai vissuta dal vivo.

Anna May Wong, ventaglio e cheongsam per conquistare il mondo

Ma cosa rese davvero immortale Anna May Wong era il suo stile. Il fatto di apparire spesso in ruoli stereotipati di donna cinese, ma ovviamente riguardanti donne bellissime e attraenti, come era – e di una bellezza insolitamente fresca e moderna – Anna May Wong, le permise di divenire iconica vestendo alcuni capi di moda tradizionale cinese. Come per esempio il cheongsam rosso e lungo, che consiste in un abito a taglio unico, estremamente aderente (che lei indossava a maniche corte) e a colletto alto in stile coreano, spesso abbottonato su una linea ricurva che – secondo un disegno diagonale – partiva dal collo per arrivare sotto l’ascella. La gonna aveva vertiginosi spacchi laterali il che rendeva l’abito, generalmente fatto in seta, estremamente seducente. Gli accessori che l’hanno resa un’icona sono ovviamente anche questi tipici della cultura cinese. Il ventaglio, anzitutto, e gli orecchini a candelabro. Ovviamente anche la pettinatura di Anna May Wong era decisamente distintiva. Con la frangia e i lunghi capelli sempre raccolti in uno chignon dietro al collo le esaltavano i tratti del viso che univa tratti marcatamente orientali a una forma del viso più tipicamente occidentale il che la rendeva in grado di esprimere nel cinema europeo e americano una gamma di espressioni fortemente comunicative, requisito ovviamente molto importante specie nel cinema muto e rendeva la moda di truccare i tratti somatici di attrici occidentali come era uso del tempo, una pratica inadeguata e che potrebbe giusto strappare qualche sorriso.