ANNA PAOLA CONCIA ROMPE LO STEREOTIPO FEMMINISTA DI SINISTRA: “GLI UOMINI NON SONO TUTTI STUPRATORI”
Un solo tweet – come sempre più spesso le capita – è bastato per far scatenare sui social un dibattito molto accesso sui tanti recenti casi di cronache con protagoniste donne violentate, stuprate e talvolta purtroppo anche uccise: è Anna Paola Concia, ex membro del Pd e attuale coordinatrice di Didacta (la fiera della scuola e della ricerca più grande al mondo, ndr) a scatenare le sue amiche femministe a sinistra in merito ad un ragionamento piuttosto politicamente “scorretto” mostrato su Twitter/X.
«La tristezza di uno stereotipo consolidato per cui si divide l’umanità tra vittime (donne) e carnefici (gli uomini). La misura dello stare al mondo delle donne non è quella di vittima, la misura dello stare al mondo degli uomini non è essere carnefici. Rompiamo questo stereotipo»: è a partire da questo tweet che oggi su “Libero Quotidiano” Anna Paola Concia prova a spiegare in maniera più approfondita il perché non serve a nulla “stereotipare” le donne come tutte vittime e gli uomini come un’intera massa di stupratori carnefici. «Non nego che esistano gli stupri e che il 99 per cento delle vittime di violenza sessuale sia rappresentato da donne. Ma il fatto che una bambina debba nascere e crescere già con questa cappa della violenza sessuale, cioè che questo rischio debba essere la sua misura dello stare al mondo, lo trovo triste, paralizzante», spiega l’ex dem. L’identità di donna, rileva ancora Concia, non può affatto essere limitata al sentirsi dire che si è «potenziali vittime di violenza sessuale»; così come non è possibile sostenere che tutti i maschi siano dei «potenziali stupratori».
“VIOLENZE SULLE DONNE È PROBLEMA CULTURALE MA NON SEMPRE SONO VITTIME”: LA DENUNCIA DELL’EX PD
Il tema è culturale e sociale assieme, afferma Anna Paola Concia su “Libero”: «non siamo più all’età della pietra e non è giusto etichettare tutti gli uomini come dei potenziali stupratori perché non è così. Non è che la società ha dato loro il marchio di essere tutti dei violenti perché sono maschi. No. Non hanno questo permesso e fin da piccoli bisogna educarli al rispetto».
L’ex senatrice Pd lancia poi una notevole “frecciata” alla sua parte politica, in particolare alle donne femministe di sinistra che reputano in questi tempi così difficili tra stupri, femminicidio e violenze, che tutti gli uomini siano dei potenziali carnefici pericolosi (e dunque di contro che le donne siano tutte vittime): «Alcune mie amiche di sinistra sostengono davvero che gli uomini siano tutti potenziali carnefici e io feci un tweet proprio per dire agli uomini: “Ribellatevi, non può passare questa idea”». Restano le tante migliorie che lo Stato e la società possono fare, a cominciare dal concetto di educazione: «La scuola ha una grandissima responsabilità, insieme alla famiglia, e già dallo stare in classe insieme si deve ricostruire il rapporto tra i sessi educando al rispetto e alla consapevolezza degli altri. Si deve insegnare ai ragazzi l’empatia e li si deve educare all’autocoscienza facendosi raccontare da loro stessi cosa li spinge a mettere in pratica comportamenti violenti». Concia si dice d’accordo con l’iniziativa del Ministro dell’Istruzione Valditara di tornare a Caivano per non fare venire meno la presenza dello Stato anche sul fronte educativo, che pure resta (giustamente) appannaggio delle famiglie: «il Ministro vuole ricostruire un rapporto sano tra studenti e studentesse. C’è molto lavoro da fare, non solo nelle periferie degradate, ma in ogni scuola e noi come Didacta formiamo gli insegnanti che si rivolgono ai ragazzi anche sui rischi della tecnologia».