Era il 2012 quando Anna Pirozzi debuttava al Regio di Torino nel ruolo di Amelia nel ‘Ballo in maschera’. Il soprano di origine napoletana per arrivare a traguardi importanti ha dovuto affrontare una strada particolarmente irta di ostacoli e sicuramente non convenzionale. Appassionata alla musica sin da giovanissima, Anna si appassiona alla lirica tardi, ecco perché l’esordio arriva in età non consueta.



“A 36 anni, età in cui una cantante è già in carriera. Io sono partita da lì, senza un repertorio, un agente, nessuno che volesse ascoltarmi. Ma non ho mollato, sapevo che potevo farcela”, ha raccontato ai microfoni del Corriere. Quel traguardo, seppur con maggiore difficoltà, è però riuscita a raggiungerlo, nonostante abbia dovuto fare i conti con una situazione familiare complessa. “Cantare era la mia gioia, ma non bastava in una famiglia dove la mamma era postina, il papà autista.”



Anna Pirozzi e il body shaming nel mondo della lirica: “Ho perso 16 chili e non basta”

È per sostenere i suoi studi e la sua passione che Anna Pirozzi ha deciso di mettersi alla prova: “Ho trovato lavoro come assistente domiciliare, andavo a curare gli anziani, a fare le pulizie. Mentre lavavo i pavimenti cantavo le arie d’opera, e i miei vecchietti mi applaudivano”, ha raccontato. Poi è arrivata la famiglia: un marito violinista che “ha rinunciato alla sua carriera per me.” e dei figli. Oggi Anna ha coronato il suo sogno, questa sera canterà all’Arena di Verona il ‘Nabucco’, eppure porta a galla un altro aspetto problematico del mondo della lirica: la Pirozzi parla infatti di body shaming.



“Il body shaming nell’opera si fa sempre più pesante, ma solo per le donne. Capita di venir scartata perché non hai il fisico sottile richiesto da certe produzioni “d’avanguardia”. – ha raccontato la cantante, spiegando che – Io ho lavorato con i grandi, da Pizzi a de Hana, nessuno si è mai sognato di criticare il mio aspetto. Durante il lockdown ho perso 16 chili, ma non basta ancora. A questo punto ho deciso di non subire più. Sono quel che sono, gli spaghetti migliorano l’umore, e io non mi tiro indietro”, ha concluso.