Anna Prouse, grande esperta italiana di antiterrosimo, si è raccontata stamane negli studi del programma di Rai Uno, Uno Mattina: “In Iraq ero delegata come croce rossa internazionale ma ho lavorato per quella italiana, ho messo in piedi un ospedale da campo a Baghdad, e dopo qualche mese, quando Bush dichiarò che il processo di pace fosse iniziato, l’ospedale da campo si è mosso. Gli americani hanno notato che io avevo un modo di fare con gli iracheni, soprattutto con quelli complicati e hanno chiesto alla Farnesina di assumermi e così per due anni ho lavorato per la coalizione a rimettere in piedi un sistema sanitario completamente distrutto da anni di dittatoria da parte di Saddam”. Anna Prouse ha mai avuto paura? “Si e no, se uno ha paura in Iraq lascia, giustamente, non è una gara di eroismo. Ho subito un primo attentato dove hanno ammazzato tutti in macchina. La guardia del corpo irachena ha sparato a pochi centimetri dalla mia testa, io mi sono buttata a terra, sono riuscita a scappare, una fuga rocambolesca da film”.



Ad un certo punto Anna Prouse ha lasciato l’Iraq per trasferirsi negli USA come esperta di anti terrorismo: “Ho accettato il lavoro a Washington per lavorare vivendo una vita normale ma ho comunque continuato ad andare all’estero, Somalia, Siria, e Libia, avevo il mio bel da fare”. Anna Prouse e la sua infanzia drammatica: “E’ la prima volta che ne parlo, per quanto assurdo ho provato pace in guerra, ho avuto una madre violenta, una infanzia molto difficile, faccio molto fatica a chiamarla mamma perchè non mi ha mai abbracciato, mi picchiava, mi ha portata da un chirurgo estetico plastico a 13 anni. Mio papà non reagiva, non c’era, faceva finta di niente, eravamo la bella famiglia del Mulino Bianco, nessuno ha mai visto nulla. La prima persona a cui ne ho parlato è stato mio marito, che ho conosciuto a 34 anni e ci ho messo due anni per aprirmi”.



ANNA PROUSE: “LA MIA PIÙ GRANDE RIBELLIONE FU…”

E ancora: “La mia più grande ribellione era chiedere a mio padre di scappare, ma lui mi diceva di chiedere scusa alla mamma anche se non facevo nulla di male. Mi mettevo nella valigia per scappare”. E ancora: “Dicevano tutti che io fossi nata brutta, ero nata prematura, ero piccolina, ma per mia madre ero troppo grassa anche se sono sempre stata magra. Lei mi picchiava ogni volta che scendevo da una bilancia, mi metteva nuda sulla stessa, io non potevo mangiare niente”.

Ad un certo punto Anna Prouse ha scoperto anche un tumore alla testa: “Avevo una palla da golf nel cervello che schiacciava contro il nervo ottico. Mi hanno detto che sarei morta, che non avrei avuto nulla da fare. Tentarono un’operazione sperimentale con pochissime chance ed ora sono qui”.