Anna Safroncik è intervenuta in qualità di ospite ai microfoni di “Oggi è un altro giorno”, trasmissione di Rai Uno condotta da Serena Bortone e andata in onda nel pomeriggio di oggi, mercoledì 30 marzo 2022. L’attrice ha trascorso i suoi primi 12 anni a Kiev, capitale dell’Ucraina: “Io vengo da una famiglia di artisti, quindi la mia infanzia è stata meravigliosa, dietro le quinte, in mezzo a fiori, applausi, orchestre che si accordavano, tenori e soprani che riscaldavano la voce. Papà era un tenore, mamma era ballerina. Anch’io avevo un mio ruolo negli spettacoli, con camerino e orario di trucco. Tutto ciò che ho imparato nel mio mestiere lo devo ai miei genitori e a mio nonno, ballerino”.
Una parola che può simboleggiare l’infanzia di Anna Safroncik è sicuramente “propaganda, in quanto io sono sbocciata negli anni in cui il Comunismo era ancora molto forte. Ricordo le parate del 1° maggio, le grandi feste, i carrarmati, i fuochi d’artificio. Quando cresci nella propaganda non hai una prospettiva più ampia sulle cose, sei completamente cieco. Ti rassicura, è un bel modo di placare le masse. Nelle nostre classi sopra la cattedra non c’era il crocifisso, bensì il quadro di Lenin, che era anche sulle nostre uniformi”.
ANNA SAFRONCIK: “IL SAPORE DELLA LIBERTÀ È STRANO”
Nel prosieguo di “Oggi è un altro giorno”, Anna Safroncik ha commentato l’incontro con il sapore della libertà, quando è uscita dal contesto della propaganda: “È stato strano, perché fa svanire tutto ciò che hai fatto fino a quel momento. È molto particolare cambiare vita, io ne ho cambiate tante, come i gatti. La libertà è preziosa”.
Quando suo papà Eugenio è tornato in Italia raggiungendo la figlia a casa “ci siamo scambiati un abbraccio intenso. Il viaggio è durato quattro giorni e mezzo e sono state ore d’ansia pura, nelle quali nessuno di noi è riuscito a chiudere occhio, in quanto non si sa se il treno possa attraversare una zona di conflitto o possa esplodere una bomba nei paraggi dei binari. A Kiev c’è ancora mia zia, sorella di mia mamma, e altri parenti: loro sono rimasti lì, nonostante abbiamo offerto loro accoglienza e aiuto economico”.