Anna Senatore è la protagonista dell’ultima puntate de “Il corpo dell’amore“, serie documentaristica che racconta di uomini e donne alla ricerca della felicità affettiva e sessuale in situazioni atipiche . Anna è una operatrice olistica ed è la prima tirocinante assistente sessuale in Italia, in attesa che il diritto alla sessualità dei disabili entri nella legislazione italiana. “Una persona disabile non ha intimità, già questo dovrebbe essere un punto di riflessione importante per chi si avvicina a una persone disabile è un essere umano che ha sempre bisogno di qualcuno: accudito, lavato, vestito e chiaramente come ogni essere umano necessita anche dell’intimità. Un’intimità che si fa fatica ad avere: nell’età infantile, a scuola, ad esempio, c’è sempre un certo tipo di distacco” ha detto l’operatrice olistica. “Costuire il proprio io in assenza di intimità, affettività, quell’emozione che noi tutti viviamo già dalle scuole materne, significa sentire la mancanza di quel passaggio esperenziale, non solo c’è una mancanza fisica ma proprio di esperienza” racconta Anna.
Anna Senatore chi è? I disabili e il sesso
Anna Senatore ci tiene a fare una serie di precisazioni essendo un argomento considerato ancora oggi tabù per grande parte del pubblico. “Non vogliamo far vivere ai disabili una sessualità meccanica, non avrebbe senso” precisa l’operatrice olistica, che prosegue dicendo: “puntiamo a renderli in grado di sperimentare l’affetto, il corpo, le emozioni e il sesso in modo armonico”. Molte volte le persone affette da disabilità non conoscono minimamente la propria sessualità e per questo motivo vengono formati degli operatori che hanno il compito di aiutarli mostrando loro foto, video e guide sull’utilizzo di sex toys, ma la donna ci tiene a fare una precisazione: “gli assistiti non devono considerare gli operatori come loro fidanzati o fidanzate, pena l’interruzione del rapporto”.
Anna Senatore: “ho sfatato un tabù”
Durante un’intervista rilasciata ad AGI.it, Anna Senatore ha dichiarato: “mi sento una pioniera in un ambito socio-culturale che ancora è considerato un tabù. L’ignoranza è tale che potrei essere essere associata a una prostituta perché per abbreviare si parla di assistenza sessuale ai disabili”. La donna, infatti, precisa quanto sia difficile far conoscere il ruolo di questa nuova figura professionale visto che in pochi ne conoscono l’esistenza. “Quando si spiega cosa fa una OEAS, non si riesce a far capire a tutti che contemplare la sfera sessuale non significa fare sesso” ha detto la donna, che confessa: “non è riuscito a comprendere la profondità della mia missione, neanche il mio compagno: ci siamo lasciati subito dopo la fine del corso, ma talvolta succede di perdere affetti e persone importanti che non capiscono che nel mio lavoro olistico io possa contemplare anche la sessualità nella mia missione di vita”.