La vita di Annalisa Durante si spezzò il 27 marzo di 20 anni fa, nel 2004, quando in quel di Napoli si verificò una sparatoria fra clan rivali della Camorra, che coinvolse purtroppo anche l’innocente 14enne. La giovane venne soccorsa in condizioni disperate e dopo tre giorni di coma morì in ospedale, una delle tantissime vittime della mafia campana. L’episodio, uno dei più drammatici della storia recente della città partenopea, avvenne in quel di Forcella, quartiere della periferia di Napoli, non troppo distante da Porta Capuana e dalla Stazione Centrale. Quel 27 marzo 2004 era un sabato, e verso sera si consumò la “prima faida” fra il clan Di Lauro e gli scissionisti del sodalizio Amato-Pagano.



Il 24 marzo era stato ucciso il 37enne Paolo Fabbricini, mentre il 9 dicembre dell’anno precedente aveva trovato la morte Claudio Taglialatela, assassinato nel corso di una rapina. Una scia di sangue che proseguì proprio fino al 27 marzo quando due sicari della camorra a bordo di uno scooter, si recarono presso le viuzze del capoluogo campano per uccidere il 19enne Salvatore Giuliano, considerato un rampollo di quel clan che comandava da anni la zona. Il giovane rispose al fuoco e uno dei proiettili colpì la povera Annalisa Durante.



CHI È ANNALISA DURANTE, 14ENNE VITTIMA DELLA CAMORRA: IL PADRE GIANNINO FECE ARRESTARE L’ASSASSINO

Di recente sono stati pubblicati i diari della stessa, che qualche giorno prima di trovare la morte, come un presagio, scriveva «So che presto andrò in Paradiso», forse spaventata dalla situazione di disagio che stava vivendo all’epoca il quartiere in cui abitava.

Se ne parlerà sicuramente oggi, in occasione del programma di Rai Uno “A Sua immagine” in cui Lorena Bianchetti incontrerà Giannino Durante, papà di Annalisa, che si è battuto affinchè la biblioteca comunale e la piazza di Forcella, portassero il nome della povera figlia. Il padre della giovane vittima di camorra risultò decisivo nell’arresto dell’assassino, decidendo di rompere il muro di omertà, e denunciando appunto il ragazzo che colpì a morte la povera ragazza.