Annalisa Durante è morta nel 2004 Napoli, vittima innocente di camorra uccisa all’età di 14 anni nel cuore della città. Teatro del delitto il rione Forcella, una delle zone più difficili del capoluogo campano che fa da sfondo a una spietata guerra tra clan, i Giuliano e i Mazzarella.
Era la sera del 27 marzo quando Annalisa Durante fu colpita al volto da una pallottola. Stava parlando con le amiche per strada quando, secondo la ricostruzione, sarebbe stata ferita durante uno scontro a fuoco tra esponenti dei clan rivali. Annalisa Durante sarebbe stata uccisa durante una sparatoria che avrebbe avuto come obiettivo Salvatore Giuliano, nipote allora 19enne del boss di Forcella. In azione sarebbero entrati alcuni sicari legati ai Mazzarella, nel tessuto di una faida che da tempo teneva banco tra le arterie del quartiere. Il ragazzo avrebbe risposto al fuoco e, nelle fasi concitate dello scontro, a perdere la vita è stata proprio la 14enne. Fatale un colpo che l’avrebbe strappata alla vita dopo 3 giorni di coma.
Chi è Annalisa Durante? La battaglia della famiglia e un’associazione per ricordarla
L’omicidio di Annalisa Durante ha scosso Napoli l’intera nazione. A lei è dedicata un’associazione no profit nata nel 2005 su impulso dei cittadini che non si arrendono alla criminalità organizzata e allo spettro dell’omertà.
In nome di Annalisa Durante sono nati eventi e iniziative culturali che hanno l’obiettivo di sensibilizzare le coscienze, soprattutto tra i più giovani, per combattere la malavita e ogni sua declinazione.
Il diario di Annalisa è il titolo del libro che raccoglie i pensieri della 14enne – trovati in una sorta di diario segreto – pubblicato nel 2005 a cura di Matilde Andolfo e Mario Fabbroni. Un altro modo per portare avanti la memoria della 14enne e la battaglia contro le mafie.
Il processo per l’omicidio di Annalisa Durante
Nel frattempo, la giustizia avrebbe fatto il suo corso. Salvatore Giuliano, noto come “Sasà ‘o russo”, è stato arrestato per la morte di Annalisa Durante. Inchiodato, secondo quanto riportato dall’Associazione Libera in un capitolo dedicato al caso, dagli esami balistici che gli avrebbero attribuito la paternità del colpo mortale.
Nel marzo 2006, a due anni esatti dalla morte di Annalisa Durante, il primo grado di giudizio a suo carico si sarebbe chiuso con una condanna a 24 anni di carcere. Una pena ridotta in appello a 18 anni. Nell’aprile 2008, la sentenza definitiva in Cassazione avrebbe imposto la parola “fine” al processo: 20 anni di reclusione. Giuliano sarebbe tornato in libertà nel 2020, scarcerato in via anticipata per buona condotta.