Annalisa Minetti, cantautrice e atleta paralimpica, svela la sua storia di profonda fede: “mi relaziono a Dio come se fosse costantemente qui, al mio fianco: gli confido paure e desideri, confrontandomi con Lui in ogni momento della giornata”. Lo rivela nella intervista che ha concesso alla rivista Credere, raccontando la sua esperienza con la malattia che l’ha portata alla cecità e che l’ha avvicinata al contempo alla luce della fede.



Credo che senza la fede tutta quanta la mia famiglia sarebbe impazzita” spiega Annalisa Minetti. Allo stesso tempo riconosce che “non posso dire che non ci soffro più: ogni attimo della mia vita mi ricorda che sono cieca. Vado a dormire e non vedo, mi alzo alla mattina e non vedo. A certi mali purtroppo non ci sono alternative”. A oggi però la cantante e atleta ha “un dialogo più saldo con la malattia: so che ci dobbiamo sopportare e supportare a vicenda. Il dolore mi dà la buonanotte alla sera e il buongiorno alla mattina, io recito la mia preghiera e non lo zittisco più ma lo ascolto”. Annalisa Minetti racconta di indossare sempre un rosario “sgualcito dal tempo, non c’è nemmeno una pallina attaccata dove dovrebbe essere, ma non lo tolgo mai: è il mio segno distintivo dopo il sorriso”. Un rosario che, come rivela a ‘Credere’, il padre le aveva messo al collo quando aveva perso la vista, ricordandole come “se non puoi più vedere la luce, diventerai tu luce”.



Annalisa Minetti e il rapporto con la fede, “alle Paralimpiadi non volli togliere il rosario”

Annalisa Minetti perde la vista ad appena 18 anni, come conseguenza di una forma molto grave di retinite pigmentosa, e scopre la potenza della fede. “Perdere la vista è come vivere un lutto: attraversi i vari stadi, partendo dalla rabbia” racconta nella sua intervista a ‘Credere’. Parla però di questa fasi come “necessarie”, perché “il dolore non può diventare il tuo migliore amico se non gli permetti di farti male: in un primo momento devi abbandonarti alla sofferenza per capire come gestirla. È come stare con qualcuno: se vuoi comprenderlo devi farlo parlare”.



Poi nel 2010 Annalisa Minetti si avvicina al mondo della corsa a livello agonistico. Alle Paralimpiadi, la discussione con il giudice per il suo inseparabile e prezioso rosario: “Senza non corro, dissi al giudice di gara”. E svela di avere anche un secondo rosario tatuato sul piede: “di solito non si disegnano le divinità sugli arti inferiori perché è segno di poco rispetto, ma in questo caso io lo facevo perché sognavo di correre: da quel momento lo sport è diventata una missione” che l’ha portata a conquistare la medaglia di bronzo nei 1.500 metri alle Paralimpiadi di Londra 2012, conquistando il record del mondo della categoria non vedenti.