Annalisa Minetti non poteva non affrontare anche l’argomento della musica nella sua intervista a “Io e te”, su Raiuno. «Io sono sempre critica con me stessa perché così mi miglioro. Mi piace ricordare la vittoria al Festival di Sanremo, non ero spaventata. Avevo voglia di salire su quel palco», ha dichiarato a proposito del successo ottenuto sul palco dell’Ariston. E pensare che suo padre avrebbe preferito per lei un lavoro in banca. «Lui, che era poliziotto, dopo avermi sentita cantare mi ha detto di non ascoltarlo più quando mi diceva che voleva che trovassi un lavoro stabile». In questi anni comunque ha stretto un forte legame con Toto Cutugno, di cui ha parlato affettuosamente ai microfoni di Pierluigi Diaco: «Siamo molto uniti, gli voglio bene, all’estero è stato come un padre. Gli sono molto grata. Il suo staff è una famiglia bellissima». A proposito di affetto, ringrazia Tale e Quale Show, altro programma a cui ha partecipato: «Li ringrazio per tutto l’amore che porto ancora con me». (agg. di Silvana Palazzo)



ANNALISA MINETTI A IO E TE: LA MALATTIA E LA FAMIGLIA

Annalisa Minetti ha parlato anche della sua infanzia, e quindi della sua famiglia, a “Io e te”. Ha ricordato ad esempio suo nonno Vito, di origini baresi. «Scelse di fare la guerra, era volontario. È stato ad Auschwitz, dove ha salvato delle donne incinte facendole scappare. Eravamo affascinati da lui». Non manca un po’ di malinconia nei suoi ricordi dei pranzi tutti insieme: «C’era un senso di comunità prima che ora non c’è più. C’erano famiglie che si univano e stavano insieme la domenica». Ma ha parlato anche della sua malattia e di come ha affrontato la retinite pigmentosa. «Per mio padre l’unico grande valore è l’amore. Quando ho perso la vista nella disperazione chiedevo: “Perché proprio a me?”. E lui mi diceva: “Perché non a te?”. Mia madre mi diede pezza e scopa per cominciare a mappare la mia stanza mettendola in ordine. Non era follia, ma lungimiranza e illuminazione». Era tra l’altro la stessa domanda che si è posta Nadia Toffa durante la sua battaglia contro il cancro, come raccontò a Verissimo. La reazione dei suoi genitori comunque è stata molto importante per lei. «Hanno diffuso amore e io voglio emularli affinché i miei figli capiscano il valore della vita e della fede. Sono fiera di essere la loro bambina». (agg. di Silvana Palazzo)



ANNALISA MINETTI A IO E TE: NADIA TOFFA E GLI HATERS…

Annalisa Minetti ospite di Pierluigi Diaco a “Io e te” oggi su Raiuno. «Sono molto emozionata e contenta di essere qui. In questo momento non vorrei essere da un’altra parte, perché trovo che tu sia un professionista pazzesco», ha subito esordito la cantante. «Ci tenevo molto a incontrarti, perché vivi in maniera sana il valore della competizione». E infatti Annalisa Minetti ha spiegato che per lei è più importante il percorso: «Non è la medaglia a fare la differenza, perché quella soddisfazione dura pochi attimi. Conta il percorso, bisogna godersi anche la fatica». La cantante ha raccontato che questo è un momento molto sereno della sua vita. «Sono determinata a raccogliere ciò che ho seminato. Abbiamo una grande opportunità, la vita, e voglio diffondere il messaggio che non va sprecato. Il disagio è un mezzo per crescere». Il conduttore ha poi chiesto un commento su Nadia Toffa e la vicenda degli haters che l’hanno attaccata. «Non mi piace giudicare ed essere giudicata, quindi per me non ha importanza chi punta il dito contro».



ANNALISA MINETTI A IO E TE: “NADIA TOFFA? ESEMPIO DI VITA”

Annalisa Minetti ha dunque colto l’occasione per ricordare Nadia Toffa. «È un esempio di vita. Ha avuto il coraggio di condividere un grandissimo dolore che poi ti condanna alla morte. Chi ha il coraggio di condividere questo non si rende protagonista col dolore, ma rende il dolore protagonista per informare le persone prima che debbano vivere questa condizione». Per la cantante, dunque, quello che ha fatto la conduttrice de “Le Iene” è molto semplice: «Questa è la volontà di lasciare questo mondo un po’ meglio di come lo si è trovato». Annalisa Minetti ha poi parlato della sua esperienza personale con la malattia: «Il mio talento ne paga le conseguenze, ma è uno scotto che pago volentieri. Quando si vivono queste esperienze si ha la responsabilità di comunicare con coscienza. A casa la gente deve essere informata, la tv è un servizio. Io posso raccontare che se non puoi vedere la luce, puoi essere luce. Io voglio essere un faro per chi deve prendere coscienza che la vita è un diritto, non c’è limite fisico che può condizionare la tua volontà».