Annamaria Bernardini de Pace si racconta non solo come avvocato ma anche come persona cresciuta in una famiglia severa. Da bambina ammette di essere “cresciuta presto. Sono la più grande di quattro fratelli, papà era pretore, mamma insegnava e usciva alle otto, io, a quattro anni, andavo all’asilo portando con me i tre più piccoli. A sei, preparavo il pranzo per tutti – racconta al Corriere della Sera – Ero molto responsabile. E mi sono sentita molto amata da papà, mentre i rapporti con mia madre erano più difficili”.
Infatti, svela di quando “una volta, le risposi male e lei mi tagliò in un sol colpo le due trecce. Continuò a punirmi anche da grande perché non voleva che divorziassi: per lei, bisognava avere un solo uomo. Per cui, quando poi ebbi un compagno mi vietò di usare la sua casa di Porto Cervo”. Parlando della sua famiglia, Annamaria Bernardini de Pace spiega che “i miei erano autorevoli e autoritari e io ero ribelle. Da noi, a tavola, si doveva mangiare tutto e a me, facevano schifo i piselli. Un giorno, al quarto ‘non li voglio’, papà mi diede uno schiaffo. Lì è nato il mio spirito di difesa dei bambini. Nei divorzi, mi pagano gli adulti, ma difendo i bambini. Ho mandato via dei clienti perché usavano i figli contro il coniuge”.
Annamaria Bernardini de Pace: “mio ex marito tentò di farmi bocciare in Università”
L’avvocato Annamaria Bernardini de Pace racconta al Corriere della Sera anche la sua travagliata storia d’amore e il sofferto divorzio. “Mi ero sposata col mio professore di Diritto Romano nel ‘70, a 22 anni. Ero uscita di casa con una dote di 60 milioni di lire e, follia massima, scelsi la comunione dei beni” racconta. Tutto cambia quando “avevamo avuto due figlie, io cercavo una casa più grande e scoprii che non avevamo più soldi perché lui aveva comprato una scuderia di cavalli e passava i mercoledì a scommettere e perdere soldi. Io ero innamoratissima e rimasi così delusa che decisi di lasciarlo all’istante, solo che non potevo mantenere le bimbe, perciò tornai all’università, mollata con cinque esami, mi laureai e poi divorziai”. Un periodo in cui “feci 18 esami fra il ‘76 e il ‘78 e lui telefonava ai suoi colleghi per farmi bocciare”.
Annamaria Bernardini de Pace ammette che “se i clienti mi raccontano i loro problemi” piange “e li abbraccio tutte le volte che percepisco il bisogno di calore umano”. A causa del suo lavoro svela inoltre come “spesso ricevo minacce dai coniugi dei miei clienti. Ho pure trovato una bomba sulla porta di casa. Da anni, esco soltanto accompagnata”.