L’avvocatessa Annamaria Bernardini De Pace ha raccontato a Non è l’arena, il programma di Massimo Giletti su La7, una drammatica esperienza vissuta: “A 12 anni ho subito una molestia pesante. Sono stata ferita e poi mi hanno messo i punti. Un anestesista mi ha molestato, molestie gravissime. Io ho iniziato a urlare, sono arrivate le suore e quell’uomo ha subito un processo ed è stato anche condannato”.
“Questo succedeva 60 anni fa. Una ragazza prova orrore quando capita ciò, a maggior ragione in un’età in cui sogna la coppia, l’amore e le carezze. Subire violenza sporca il cuore”, ha detto Annamaria Bernardini De Pace a Non è l’Arena, il programma di Giletti che nella nuova stagione è tornato a occuparsi del caso Ciro Grillo, figlio di Beppe, accusato di aver violentato una ragazza”.
Annamaria Bernardini De Pace: “Il racconto di una sedicenne”
Annamaria Bernardini De Pace ha aggiunto a Non è l’Arena, parlando di molestie che “non più tardi di 2 settimane fa, ho conosciuto una ragazza sedicenne. Sua mamma voleva fare denuncia di stupro ma, approfondendo il racconto di questa ragazza, si è capito che voleva fortemente il rapporto, però il ragazzo incapace, probabilmente incapace dei preliminari, le ha fatto male. Lei voleva smettere per il dolore e ha raccontato poi tutto alla madre. Per lei lo stupro era dovuto al dolore non alla mancanza di consenso, quindi la denuncia non c’è stata”.
Annamaria Bernardini de Pace intervistata da Diva e Donna, qualche tempo fa si è raccontata a 360°. “Sono orgogliosa delle mie figlie e i miei nipoti, sono le mie gioie più grandi. Da cosa devono difendersi i ragazzi? Spesso vengono considerati oggetti, di proprietà dei genitori. Invece hanno dei diritti: alla libertà, alla dignità, all’identità personale e sessuale, alla salute. I ragazzi sono persone e non possono essere manipolati dai genitori perché la pensino come loro. Non devono essere considerati incapaci”. Certi genitori abbandonano i figli a se stessi, li lasciano a nonni, zii, baby sitter, videogiochi “e quando li portano al ristorante gli mettono in mano iPad per stare tranquilli. Invece potrebbe essere un momento di formazione, facendogli vedere i camerieri, il menu…”.