E’ di soli pochi minuti fa la notizia dell’annullamento del Palio di Siena 2020 per il perdurare dell’emergenza coronavirus: dunque nessuna corsa quest’anno, né a luglio né ad agosto in Piazza del Campo. E’ infatti questa la decisione unanime che è emersa questa mattina in una riunione svoltasi negli ambienti comunali, alla presenza del sindaco, dei vertici delle contrade, del prefetto e del questore della città: il contesto attuale non permette infatti il regolare svolgimento di un evento di interesse mondiale come è la giostra senese. “La nostra è stata una decisione molto sofferta, presa all’unanimità perché in queste condizioni è difficile organizzare la nostra festa perche è una festa di popolo. La nostra decisione verrà portata in consiglio comunale per la decisione finale. Direi che sarà un passaggio praticamente formale”: le parole del sindaco De Mossi, terminata la riunione, durata diverse ore e dove pure si era vagliata l’ipotesi di rinviare il Palio di Siena. Da settimane infatti si era al lavoro per permettere lo svolgimento dell’amata corsa a Piazza del Campo, in altre date, presumibilmente il 22 luglio per il Palio di Provenzano e il 26 settembre per quello dell’Assunta: scenario però non è stato ritenuto realizzabile.
NO AL PALIO A PORTE CHIUSE: “E’ EVENTO DI POPOLO”
In questa decisiva riunione, pure è stata scartata anche l’ipotesi di disputare il Palio a porte chiuse: soluzione che invece verrà applicata per le discipline sportive che ripartiranno dopo lo stop imposto per l’esplodere dell’emergenza coronavirus. Il Palio che è competizione, ma non sport infatti non può vivere senza il suo pubblico: vedere la giostra in una Piazza del Campo deserta non è scenario che è mai piaciuto a nessuno e dunque si è preferito, pur nel rammarico, annullare direttamente entrambe le carriere del Palio di Siena 2020. Va comunque aggiunto che in passato vi sono stati periodi in cui l’evento senese non è andato in scena: è occorso durante le guerre (da quelle di Indipendenza nel 1800 a quelle mondiali di un secolo dopo), come pure in occasione di eventi particolari, come la morte dei Granduchi Ludovico I e Ferdinando III o per motivi disordine pubblico, come occorso nel agosto del 1863. E oggi anche la pandemia.