Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università della California ha evidenziato il ruolo potenzialmente rivoluzionario dei funghi allucinogeni nel trattamento dell’anoressia. Secondo alcune analisi, infatti, circa il 40% dei pazienti trattati con psilocibina ha risposto bene alla terapia, ottenendo una remissione della malattia, ma gli stessi autori hanno evidenziato la necessità di ulteriori indagini, sottolineando la limitatezza dei dati che presentano, oltre ai potenzialmente gravi effetti collaterali.



Più che con i funghi allucinogeni propriamente intesi, l’anoressia si potrebbe combattere con il loro principio psicoattivo, ovvero la psilocibina. Questa molecola è la responsabile degli effetti allucinogeni della droga, ma anche del generale senso di felicità che prova chi ne sperimenta gli effetti. La sostanza, infatti, non sarebbe somministrata tramite fungo, ma sintetizzata all’interno di una pillola, in quantità rigidamente controllate e definite. Lo studio ha preso 10 persone affette da anoressia, somministrandogli 25 mg di psilocibina sintetica per tre mesi, monitorandone gli effetti. Alla fine del periodo, quattro partecipanti su 10 avevano riscontrato un miglioramento dei sintomi, mentre 9 hanno parlato di un “cambiamento nella loro identità” che le ha portate a mettere in discussione la malattia.



Anoressia, funghi allucinogeni ed effetti collaterali

Insomma, lo studio sull’effetto dei funghi allucinogeni sull’anoressia, basandosi su appena 10 persone, sarebbe decisamente limitato e non si può affermare che l’effetto positivo si presenti in una percentuale significativa di casi. Secondo i ricercatori occorreranno nuove analisi in futuro, ma per ora i risultati aprirebbero, quantomeno, un nuovo filone di ricerche mediche importanti, sulla scia dell’Australia che ha aperto alle droghe psicoattive contro i disturbi mentali.

Tuttavia, sempre nell’ambito dell’uso di funghi allucinogeni contro l’anoressia, secondo i ricercatori sono da monitorare anche gli effetti collaterali. Infatti, concretamente, l’uso di sostanza psicoattive altera la percezione dei partecipanti, inducendoli in quello che si chiama “trip“, ovvero un viaggio mentale fatto di sensazioni ed allucinazioni. Altri studi hanno evidenziato come il viaggio indotto dalle droghe sia stato particolarmente ansiogeno, mentre in altri casi si è evidenziato un generale senso di nausea, unito anche a pensieri suicidari. Insomma, la psilocibina potrebbe rivoluzionare il trattamento dell’anoressia, ma sono sicuramente necessari altri studi, oltre che un generale monitoraggio dei pazienti.