ANPI CONFERMA LA LINEA ANTI-NATO: “VA SCIOLTA”«La Nato non ha più senso di esistere
»: il grido lanciato dall’Anpi gli scorsi giorni durante il congresso nazionale di Riccione viene confermato anche dalla recente nota della sezione partigiani di Arezzo, «L’Anpi di Arezzo condanna l’invasione russa dell’Ucraina e l’espansionismo della Nato che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile alimentando il nazionalismo ucraino contro le Repubbliche del Donbass».
La nota del presidente provinciale Roberto Del Gamba non si discosta dalla linea del presidente nazionale Gianfranco Pagliaruolo e così la sinistra nella sua componente storica più “radicata” – per l’appunto, l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani – si ritrova inevitabilmente divisa sulla guerra in Ucraina. Contro Putin ma anche contro l’esercito ucraino “filo-nazista” e contro soprattutto l’invio di armi a Kiev da parte dell’Occidente, così come condanna unanime dall’Anpi arriva contro l’espansionismo della Nato post-caduta del Muro di Berlino. Fanno rumore le parole dettate nel 17esimo Congresso nazionale Anpi, così come i fischi contro la Cisl per le sue posizioni filo-atlantiste: «Le ragioni originarie della Nato sono venute meno essendone caduti i presupposti storico-politici col crollo del Muro di Berlino. Nel nuovo mondo multipolare e nella prospettiva di un sistema di difesa europeo è perciò ragionevole una progressiva dismissione delle strutture Nato», ha affermato Pagliaruolo scatenando una vera e propria frattura interna alla sinistra e allo stesso Pd.
CAOS NEL PD DOPO LA “BORDATA” DELL’ANPI CONTRO LA NATO
Il segretario dem Enrico Letta infatti, intervenendo al Congresso Anpi, aveva cercato di trovare una quadra tra le due anime della sinistra pro/contro sostegno all’Ucraina: «il PD e l’Anpi staranno sempre dalla stessa parte, mai divisi. Dalla parte della Costituzione, della democrazia, dell’antifascismo». Quanto però poi sostenuto da Pagliarulo al Congresso ha dimostrato quanto quell’unità sia più a parole che nei fatti. Non piace ai partigiani la convinzione di parte del Partito Democratico sull’invio di armi in Ucraina e sull’aumento delle spese militari: il vero “faro” del Congresso è stato infatti Papa Francesco e la sua condanna netta di ogni tipo di guerra, su quell’esempio si è mosso il discorso e le note provinciali successive delle varie sezioni Anpi.
«Inviare armi ci avvicina al coinvolgimento», sottolineava ancora il Presidente nazionale lo scorso 24 marzo, «La domanda da porsi, nell’ambito di un piano di aiuti da inviare agli ucraini, è quale sia la linea rossa da non superare, oltre cui c’è il rischio di una conflagrazione. L’invio di armamenti è sicuramente nei pressi della linea rossa, perché le sanzioni parlano il linguaggio dell’economia, ma le armi parlano solo il linguaggio della guerra e, assieme all’aumento del budget militare, ci avvicinano al coinvolgimento diretto del nostro Paese». In molti a sinistra hanno condannato le parole dell’Anpi accusandoli di essere “filo-Putin”, ma qui il Presidente Pagliaruolo prende netta distanza: «La condanna dell’invasione è irrevocabile ma dobbiamo cercare di capire il contesto e le cause che hanno prodotto la situazione attuale, non per giustificare ipocritamente l’intervento russo ma per porre all’ordine del giorno questioni capitali: nuovo ordine mondiale, sistema di difesa collettiva, cooperazione, coesistenza pacifica. Per questo è un errore minimizzare la recente storia ucraina, dalle formazioni naziste ucraine alla Crimea, al Donbass, alle interferenze russe, al ruolo di Ue, Nato e Stati Uniti. A tutto quello che è successo a Est negli ultimi 20 anni. Sbaglia chi guarda l’albero ma non vede la foresta». Da Miguel Gotor, ideologo Pd e assessore alla Cultura di Roma, le parole dell’Anpi sulla Nato sono «inopportune e fuori sincrono», ma anche altri esponenti dem si sono esposti contro i partigiani per le loro posizioni sulla guerra: uno su tutti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – pur non entrando direttamente nella polemica – nel suo messaggio inviato al Congresso Anpi ha fatto capire quale sia la posizione del Quirinale in merito. Scrive il Capo dello Stato: «L’ingiustificabile aggressione al popolo ucraino di cui si è resa responsabile la Federazione russa ha fatto ripiombare il Continente europeo in un tempo di stragi, di distruzioni, di esodi forzati che fermamente intendevamo non avessero più a riprodursi dopo le tragiche vicende della Seconda guerra mondiale. Sono i valori della Resistenza che, ancora una volta, ci interrogano. In Ucraina e in tutta Europa». La componente invece più vicina ad Articolo 1 e Sinistra Italiana nei Dem vede invece più comprensibili le istanze Anpi e consegnano a Letta un partito – qualora si arrivasse al voto in Aula sulle spese militari – tutt’altro che unito (così come, per motivi diversi, il Movimento 5Stelle di Conte).