Sempre più triste è sapere che, quello che dovrebbe essere il periodo della spensieratezza e dell’ilarità, sia connotato da disagi e disturbi piscologici. Sempre più studi denotano infatti come tra gli adolescenti ansia, infelicità e depressione la facciano da padrone. La recente indagine condotta dal Telefono Azzurro e realizzata con il supporto di Bva Doxa su 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni, presentata ieri al Cnel in previsione della Giornata internazionale dell’Infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, è stata riportata da L’Avvenire. Da questa si evince come le principali cause dello stato d’animo delle giovani generazioni siano la solitudine e l’incertezza del futuro. Sensazioni, queste, acutizzate dagli ultimi eventi che si sono verificati nel mondo come la guerra e la pandemia, a cui anche i più giovani non sono rimasti indifferenti. A questi si aggiunge anche un bisogno di ascolto spesso non soddisfatto dagli adulti. Tutto questo non fa altro che portare i ragazzi a rifugiarsi nella rete per cercare risposte.



Insomma, in maniera riassuntiva, potremmo definirla una generazione ‘fragile’ quella degli adolescenti di oggi, troppo poco propensa ad esporre il proprio disagio, nemmeno ad uno specialista, perchè considerato fonte di vergogna. E così deve essere il mondo degli adulti a venire loro incontro.

ERNESTO CAFFO: “TORNARE ALLA CULTURA DELL’ASCOLTO, NELLE SCUOLE COME IN PARROCCHIA”

Nelle ultime due settimane, secondo la citata indagine, solo il 41% dei ragazzi interpellati si è sentito felice. Il 21% ha dichiarato di sentirsi in ansia o preoccupato (20%), il 6% triste. Questi dati sono andati anche più a fondo delle problematiche che affliggono gli adolescenti. La maggior parte di loro infatti risulta essere dipendente da internet e dai social, poi c’è chi ha problemi di autostima e infine chi ha problemi a relazionarsi con gli altri. Il tutto sarebbe poi condito dalla necessità di essere ascoltati dagli adulti, a scuola e in qualsiasi altro contesto ricreativo. Ma prima di tutto dai genitori.



Diventa così fondamentale e prioritario non lasciare i più giovani da soli all’interno dei mondi digitali colmando le lacune di reti familiari sempre più fragili; dobbiamo scrivere percorsi nuovi per tutelare e mettere al primo posto la salute mentale di bambini e adolescenti.” Queste le parole del presidente del Telefono Azzurro Ernesto Caffo, che ha anche aggiunto: “occorre ridare ai ragazzi la forza di affrontare la vita e l’incertezza del domani, creando una cultura dell’ascolto nelle scuole, in parrocchia e nella comunità .”

ADOLESCENTI VULNERABILI: L’INTERVENTO DEL VICEMINISTRO BELLUCCI E DEL PRESIDENTE CNEL BRUNETTA

La tematica non ha potuto lasciare indifferente la viceministra al Lavoro e alle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci, la quale, sulla problematica che sta affliggendo gli adolescenti ha affermato: “spesso si trovano a gestire da soli situazioni di disagio. Educare i ragazzi a conoscere e vivere le proprie emozioni può certamente rappresentare una strategia da mettere in campo per insegnare loro a non avere timore delle proprie emozioni, nemmeno di quelle più negative che possono sembrare insormontabili.”



Ha poi voluto infine invitare a lavorare insieme su “alcune misure concrete” il presidente del Cnel Renato Brunetta, visto che l’organo che dirige “può porsi come catalizzatore di reti svolgendo un’opera di sensibilizzazione, motivando tutte queste reti a un impegno comune sul fronte del disagio giovanile, stimolandole a intraprendere percorsi condivisi per l’offerta di servizi di qualità .