Quali tracce lascia a livello psichiatrico il coronavirus nei pazienti che lo contraggono? Una prima risposta arriva da uno studio dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, coordinato dal professor Francesco Benedetti, psichiatra e group leader dell’Unità di ricerca in Psichiatria e psicobiologia clinica. La ricerca, pubblicata su “Brain, Behavior and Immunity”, ha coinvolto 402 pazienti. È emerso che disturbi psichiatrici e patologie come depressione, insonnia, ansia e disturbo post traumatico da stress sono quelle che si riscontrano nei pazienti che contraggono il Covid. «È apparso chiaro da subito che l’infiammazione causata dalla malattia potesse avere ripercussioni anche a livello psichiatrico», ha spiegato il professor Benedetti. A un mese di follow-up, nel 28% è stato diagnosticato disturbo post traumatico da stress, nel 31% depressione, nel 32% ansia e nel 40% insonnia, mentre nel 20% una sintomatologia ossessivo-compulsiva. In totale, il 56% dei pazienti ha manifestato almeno uno di questi disturbi, in proporzione alla gravità dell’infiammazione durante la malattia.
STUDIO SAN RAFFAELE “ANSIA E DEPRESSIONE DOPO COVID”
Lo studio ha evidenziato anche che quei pazienti con una precedente diagnosi psichiatrica sono peggiorati, mentre le donne, tra chi non ne era stato affetto, ha sofferto di più di ansia e depressione, anche con una gravità minore dell’infezione. Per il professor Francesco Benedetti questi conferma «la maggior predisposizione della donna a poter sviluppare disturbi della sfera ansioso-depressiva». Ma induce anche a ipotizzare «che questa maggiore vulnerabilità possa essere dovuta anche al diverso funzionamento del sistema immunitario nelle sue componenti innate ed adattive». Le persone ricoverate in ospedale hanno però riscontrato ripercussioni psichiatriche meno gravi dei pazienti ambulatoriali. Questo conferma l’importanza del supporto sanitario che deve diminuire l’isolamento sociale e la solitudine che caratterizzano la pandemia. Più in generale, gli effetti psichiatrici possono essere causati da una risposta immunitaria al coronavirus, da fattori di stress psicologico come isolamento sociale, la preoccupazione di contagiare gli altri e lo stigma.