Negli ultimi anni – e in particolare dopo i complicati e lunghissimi lockdown pandemici di qualche anno fa – scienziati e ricercatori in tutto il mondo segnalano un vero e proprio boom di disturbi mentali, con un impressionante aumento di pazienti affetti da ansia e panico generalizzato e una depressione che sembra sempre più vicina a diventare un’epidemia. Ma lasciando da parte le (presunte o verificate) cause di questo boom, sulle pagine del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung è stata pubblicata un’interessante riflessione che indaga tra gli studi e le ricerche che hanno cercato di capire le ragioni biologiche per cui gli esseri umani sono portati a provare – in misura ovviamente diversa tra ognuno di noi – ansia e depressione.
La teoria più accreditata vorrebbe che i problemi di questo tipo siano radicati nella nostra stessa storia evolutiva, fin da quando i primi esseri umani dovevano fare i conti con un ambiente completamente ostile, ricco di predatori e pericoli: in quest’ottica – e pensiamo, per esempio, ad un Neanderthal – l’ansia latente era un modo per prestare più attenzione ai pericoli, attivando in anticipo (e talvolta anche immotivatamente) i meccanismi difensivi che davano il via alla fuga.
Ansia e disturbi mentali: dal vantaggio evolutivo al problema sociale, cosa è successo?
Insomma, la psicologia evoluzionistica vuole che in qualche modo ansia, depressione e tutto il pool di disturbi mentali (anche gravi, come la schizofrenia) fossero una sorte di vantaggio evoluzionistico: chi dava ascolto al suo istinto – in altre parole – si salvava, mentre gli audaci e gli spavaldi erano destinati a perire davanti ad un leone selvatico. Questa idea spiegherebbe perché ancora oggi molte persone sono più inclini di altre a provare paura e fuggire dai pericoli; ma lascia aperta una domanda fondamentale: perché i tratti dell’ansia e dei disturbi mentali sono stati ereditati nel corso dei millenni, anche dopo che l’ambiente si è fatto meno ostile e – come oggi – a ‘misura d’uomo’?
Una risposta (purtroppo non definitiva, come tutto quello che riguarda la psiche) arriva dalla psichiatria che nota come moltissime persone abbiano paura di serpenti, api e animali abbastanza innocui; ma non delle automobili, tra le primissime cause di morte violenta per gli individui di tutto il mondo. Il senso di questo esempio è che seppur il mondo progredisca velocemente – anche troppo, considerando la minima parte che la ‘modernità’ occupa rispetto alla storia degli esseri umani – lo stesso non fa la psiche e quel senso di ansia non ha ancora fatto in tempo ad essere cancellato dal nostro paradigma evolutivo e psicologico.