La morte di Anthony Bivona è stata al centro di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di oggi, mercoledì 19 gennaio 2022. L’inviata, Carla Lombardi, ha riassunto la sua vita: Anthony era un ragazzo di 24 anni, trasferitosi da un po’ di tempo in Germania, a Darmstadt, dove aveva un lavoro. Il 17 luglio scorso era uscito con la fidanzata Ilayda, ma ha avuto un incidente d’auto (guidava lei). Poco dopo, la coppia ha telefonato a una delle sorelle di lui, Mary, per dirle che stavano bene, poi è tornata a casa in taxi, fino a quando il giovane, intorno a mezzanotte, ha interrotto bruscamente la telefonata con la sorella Grazia.
Il giorno dopo, attorno alle 14.30, la ragazza ha telefonato alla famiglia d’origine di Anthony, dicendo al nipote che suo zio era morto e si trovava in una cella frigorifera. Il suo cadavere è stato rinvenuto sulle scale dell’androne, impiccato con una cinta di plastica legata alla ringhiera.
ANTHONY BIVONA, PARLANO LE SORELLE DELLA VITTIMA: “AVEVA IL COLLO PULITO, NON HANNO FATTO NEMMENO L’AUTOPSIA!”
Mary, sorella di Anthony Bivona, ha fornito la propria versione dei fatti a “Storie Italiane”. Quando lei e la sua famiglia hanno appreso la tragica notizia, sono partite subito alla volta della Germania: “Siamo andati all’agenzia funebre a vedere Anthony. Mi sono subito accorta che aveva il collo pulito, ma la traduttrice ci disse che si trattava di un’impiccagione. A noi sembrava strano, così ho chiesto all’impresario di uscire e di lasciare sole per poter piangere il nostro dolore. Mia sorella ha cominciato a fare delle foto, notando che Anthony aveva un graffio sulla fronte, che la sera prima non aveva dopo l’incidente, ci siamo visti in videochiamata”.
Dopodiché, i parenti di Anthony Bivona sono andati a casa sua, che non era stata posta neppure sotto sequestro. Il punto è che “non è stata fatta l’autopsia, neppure un test antidroga, un alcoltest e un tampone Covid”. L’avvocato della famiglia, Francesco Messina, ha asserito: “La tragedia ha spinto la famiglia Bivona a cercare la verità, che passa attraverso documenti certi e oggettivi. Nel fascicolo tedesco mancano gli elementi documentali incontrovertibili. La testimonianza della ragazza è contraddittoria e, inoltre, manca l’autopsia. La Procura della Repubblica di Catania, a cui ci siamo rivolti, ha trasferito la nostra richiesta a Roma, che ha predisposto e ordinato l’autopsia, tenutasi il 28 dicembre”.