È entrato oggi – lunedì 3 giugno 2024 – nel vivo l’interrogazione (che ha tutta l’aria di essere un vero e proprio processo, con tanto di favore delle telecamere) ad Anthony Fauci, figura centrale in America e nel resto del mondo per la lotta contro il covid, vero e proprio ‘autore’ delle regole che ci hanno accompagnati fuori dalla pandemia. Sono sue, infatti, le norme sul distanziamento sociale, ma anche sull’uso delle mascherine per i bambini per contenere la pandemia a scuola: tutti aspetti che Anthony Fauci ha già approfonditamente discusso in un primo – blindatissimo – interrogatorio tenuto con la Commissione governativa sulla gestione del covid nel quale ha candidate ammesso di essersi inventato tutto di sana pianta.



L’interrogatorio di oggi sembra doversi concentrare soprattutto sui rapporti tra l’ex direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (NIAID) e il suo più fidato collaboratore – il dottor David Morens – che solo pochi giorni fa ha sollevato sul collega lo spettro di un conflitto di interessi; ma per ora vale la pena tornare un attimo indietro a gennaio e a quelle (per certi versi sconvolgenti) ammissioni fatte da Anthony Fauci e trapelate oggi per la prima volta grazie ad una fonte del Daily Mail.



Anthony Fauci: “Le regole contro il covid? Penso di averle inventate, non ho letto nessuno studio”

Quel giorno Anthony Fauci trascorse più di otto ore a rispondere alle domande della Commissione sulla gestione della pandemia, partite – non a caso – proprio da quelle regole che volle imporre a tutti i costi per frenare il covid. Interpellato, per esempio, sul fatto che ricordasse “di aver discusso [con i colleghi dell’Istituto] sul distanziamento sociale” ha risposto di “non ricordarlo. Mi sembra che ad un certo punto sia semplicemente uscito fuori. Non ricordo di aver considerato altre alternative, erano semplicemente 6 piedi”; ma ancor più preoccupante che lo stesso Anthony Fauci non ricordi – “sai, potrei averlo fatto, oppure no” – di aver letto alcuno studio sull’uso della mascherina per i bambini.



Poco più avanti, poi, interpellato sull’origine del covid l’ex direttore del NIAID ha ammesso che “potrebbe trattarsi di una fuga” dai laboratori di Wuhan, ipotesi che ha attirato “le teorie un po’ pazze dei complottisti” ma che nella realtà “non può essere esclusa”: tesi in assoluta controtendenza rispetto al documento pubblicato dallo stesso Anthony Fauci circa 4 anni fa, chiamato ‘Proximal Origin’ e inteso a smentire categoricamente l’idea di un covid costruito a tavolino in laboratorio. Infine – ed è uno degli aspetti più controversi emersi grazie al Daily Mail – l’ex direttore NIAID ha anche ammesso di non aver mai controllato per cosa fossero “le sovvenzioni che firmavo” lasciando intendere che neppure lui sia conscio di quanti soldi siano stati trasferiti al laboratorio cinese.

Anthony Fauci e i dubbi sui conflitti d’interessi

Venendo all’interrogatorio di oggi – che si ricollega anche alle testimonianze di gennaio in cui disse di non essere al corrente di conflitti d’interessi all’interno del suo team di lavoro – Anthony Fauci dovrà rispondere alla Commissione sulle dichiarazioni rilasciate dal dottor Morens mercoledì. Questi, infatti, ha ammesso di aver aiutato il direttore dell’azienda EcoHealth – che chiama il suo “migliore amico” – sfruttando la vicinanza all’ex direttore del NIAID per cancellare alcune mail compromettenti scambiate nel corso degli anni. L’ipotesi mossa dalla Commissione è che Morens aiutando il suo amico avrebbe anche protetto – “cancellando illegalmente dati federali relativi al covid” – Anthony Fauci. 

Contro l’ex direttore ci sarebbero delle mail ritenute dai commissari un chiaro segnale che fosse “al corrente del nefasto comportamento di Morens” ma per ora non sono trapelate indiscrezioni in merito e si dovrà attendere la fine dell’interrogatorio e il giudizio – che quasi certamente sarà negativo nei confronti di Anthony Fauci e colleghi per via della maggioranza di commissari Repubblicani – della Commissione.