Joe Biden grazia il figlio Hunter, nonostante avesse garantito che non lo avrebbe fatto, e ora si prepara a concedere una preventiva ad Anthony Fauci? Stando a quanto riportato da Politico, il noto immunologo non dovrebbe essere l’unico, perché il presidente uscente Usa potrebbe valutare di concedere la grazia preventiva ai funzionari che potrebbero essere presi di mira da Donald Trump quando tornerà alla Casa Bianca. Il dibattito è in corso tra gli alti collaboratori del presidente uscente, secondo quanto riferito da alti esponenti democratici che hanno familiarità con tali discussioni.
Si parla di una profonda preoccupazione per una serie di funzionari in carica o non più che potrebbero finire al centro di indagini o colpiti da incriminazioni, soprattutto alla luce della recente nomina di Kash Patel a capo dell’FBI, visto che ha giurato pubblicamente di perseguire coloro che hanno attaccato Trump. La questione della grazia preventiva però è delicata, perché suona strano concederla in blocco a chi non ha commesso alcun reato e poi potrebbe far pensare a una scorrettezza.
ANTHONY FAUCI E GLI ALTRI POSSIBILI BENEFICIARI
Tra coloro che sono ritenuti “vulnerabili”, cioè esposti al rischio di finire nel mirino di Donald Trump e i suoi, ci sarebbero il senatore Adam Schiff e l’ex rappresentante del GOP Liz Cheney, membri del Comitato sull’assalto al Campidoglio. Ma i collaboratori di Biden avrebbero fatto anche il nome di Anthony Fauci, ex capo dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, attaccato duramente dalla destra americana durante la pandemia Covid. Politico precisa che l’attuale presidente americano non sarebbe stato ancora coinvolto nelle discussioni più ampie sulla grazia preventiva e gli eventuali beneficiari “non sanno nulla“.
Dunque, bisogna valutare la posizione di Biden; a tal proposito, un portavoce della Casa Bianca ha rifiutato di commentare, d’altra parte non ha neppure smentito le discussioni. Queste indiscrezioni riflettono i crescenti timori tra democratici di alto livello su quanto potrebbe spingersi Trump con eventuali rappresaglie appena riprenderà il potere. Comunque, non se ne parla solo “internamente”.
DEMOCRATICI DIVISI SULLA GRAZIA PREVENTIVA
“Se entro il 19 gennaio sarà chiaro che è questa la sua intenzione (di Trump, ndr), allora raccomanderei al Presidente di concedere la grazia preventiva alle persone, perché è davvero ciò di cui il nostro Paese avrà bisogno l’anno prossimo“, ha dichiarato la settimana scorsa il senatore Ed Markey, legislatore democratico di lunga data che ha parlato favorevolmente anche del precedente della grazia preventiva concessa dall’ex presidente Gerald Ford a Richard Nixon, emessa prima che venissero formulate accuse contro l’ex presidente.
C’è poi Brendan Boyle, stretto alleato del presidente uscente, che ha lanciato un appello mercoledì sulla grazia generale da concedere: “Questa non è una minaccia ipotetica. Il tempo della cauta moderazione è finito. Dobbiamo agire con urgenza per respingere queste minacce e impedire a Trump di abusare del suo potere“. Ci sono poi altri legislatori più attivi privatamente sul tema della grazia preventiva. Ma ci sono anche contrari, come lo stesso Schiff, indicato tra i possibili beneficiari: “Invito il Presidente a non farlo. Penso che sembrerebbe difensivo e non necessario“. Invece, Cheney e Fauci non hanno risposto alle richieste di commento di Politico.