L’antibiotico resistenza continua a preoccupare la comunità scientifica internazionale e l’Oms, non solo per le statistiche che mostrano un numero elevato di decessi ogni anno in aumento a causa di infezioni che non riescono ad essere debellate dai comuni farmaci, ma anche per i nuovi studi che per il futuro prevedono un peggioramento della tendenza. In base ad una ricerca pubblicata sulla rivista Lancet, entro il 2050 aumenterà significativamente il numero dei pazienti a rischio morte.



Circa 39 milioni di persone, potrebbero non superare le malattie infettive causate da batteri multiresistenti ed in continua evoluzione, per i quali ancora non sono stati sviluppati nè vaccini nè terapie efficaci. Dall’analisi globale è emerso inoltre che negli ultimi trenta anni, dal 1990 al 2021, i decessi provocati dall’antibiotico resistenza sono stati più di un milione l’anno, e raddoppiati in particolare tra gli anziani ultrasettantenni. In 10 anni, se non si trovano soluzioni, il problema potrebbe salire ulteriormente, fino al 75% in più arrivando a 8,22 milioni.



Antibiotico resistenza, l’allarme per il futuro: “Entro il 2050 i morti per infezioni incurabili aumenteranno del 75%”

Le previsioni sui danni causati dall’antibiotico resistenza nei prossimi 10 anni non sono positive. In base all’analisi fatta dal dipartimento di metriche della salute presso l’Università di Washington, che ha preso in esame i registri sanitari provenienti da varie fonti, l’incremento dei morti potrebbe arrivare al 70/75% in più entro il 2050.  L’Oms ha evidenziato come il problema della multiresistenza dei batteri stia diventando una minaccia globale sempre più concreta, la lista dei patogeni considerati ad alta priorità si estende comprendendo sempre più ceppi che non rispondono più in maniera adeguata alle terapie antibiotiche tradizionali. Per questo occorre implementare lo sviluppo di farmaci innovativi, che possano permettere cure più mirate.



Oltre a questo, si stanno facendo pressioni sui sistemi sanitari al fine di attuare piani di prevenzione per ridurre il rischio di sviluppo di antibiotico resistenza nei pazienti. Tra le misure previste, un maggiore accesso ai trattamenti sanitari, specialmente nei paesi che risultano più interessati come le zone dell’Africa orientale e il Sud Est asiatico, ma anche  una campagna sull’uso consapevole degli antibiotici, da proporre come iniziativa di contrasto alla diffusione di microorganismi che si rinforzano proprio grazie all’alta incidenza di assunzione di tali medicinali anche quando non è necessario.