L’Italia continua ad ‘indossare’ la maglia nera europea per le infezioni e i decessi collegati all’antibiotico-resistenza, uno dei problemi principali della sanità mondiale che tra una manciata di anni – secondo le stime dell’OMS, che non includono eventuali azioni correttive oggi più che mai necessarie – potrebbe provocare addirittura 39 milioni di morti in tutto il mondo: a darci l’ultimo quadro generale sull’andamento (certamente negativo) dell’antibiotico-resistenza è il report pubblicato proprio nella giornata di oggi dall’ECDC – ovvero il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – che contiene tutti i dati sull’Unione europea.



Facendo un passetto indietro, per chi non lo sapesse vale la pena ricordare che con antibiotico-resistenza si intende una classe di malattie legate a quelli definiti ‘super batteri‘ che sono all’origine di infezioni altamente mortali in grado di evitare l’effetto degli antibiotici più diffusi: tra i ‘super batteri’ più diffusi si trovano la Klebsiella, lo Pseudomonas, l’Escherichia coli e il Costridium difficile che viaggiano tutti attorno a mortalità tra il 30 e il 70 per cento; tutti legati all’eccessivo uso di antibiotici che si ravvisa in tutto il mondo ed in particolare in Italia.



L’antibiotico-resistenza in UE: l’Italia maglia nera europea, con un terzo dei decessi totali

Entrando – ora – nel merito del report pubblicato oggi dall’ECDC sull’antibiotico-resistenza, il dato sicuramente più interessante è quello che ci parla delle infezioni e dei decessi: nel primo caso su tutto il territorio europeo si contano più di 670 mila infezioni e – nel secondo caso – oltre 35 mila morti che per circa un terzo sono riconducibili alla sola Italia nella quel lo scorso anno sono morte a causa dei ‘super batteri’ circa 12 mila persone.



Similmente – solo in parte legato all’antibiotico-resistenza -, in Italia nel biennio tra il 2022 e il 2023 circa l’8,2% dei pazienti ricoverati in ospedale (ovvero 430mila persone) hanno contratto una qualche infezione durante la loro degenza: la media europea ci parla del 6,5% di infezioni ospedaliere e peggio del nostro Bel paese ha fatto solamente il Portogallo che viaggia attorno all’8,9 per cento. A questi dati – come accennavamo già poche righe fa – si lega a filo doppio il consumo in aumento di antibiotici usati lo scorso anno da più del 40% (esattamente il 44,7 per cento, superiore di 9 punti percentuali rispetto alla media UE) dei pazienti ricoverati nei nosocomi con un aumento del 6,4% rispetto al 2022.