Nella giornata di giovedì scorso, primo giugno 2023, il Parlamento europeo ha adottato le raccomandazioni per la risposta degli stati dell’Ue all’AMR, l’antibiotico resistenza, chiedendo ai governi nazionali delle strategie e innovazione. In particolare, è stato chiesto l’uso prudente degli antibiotici per l’uomo e gli animali, ma anche misure di prevenzione e controllo delle infezioni, e una maggiore ricerca e sviluppo su nuovi antimicrobici e alternative. Come è ben noto, negli ultimi anni si è fatto un uso eccessivo di antibiotici e ciò ha portato alla creazione di alcuni microrganismi chiamati superbatteri, sviluppando in seguito l’AMR: di conseguenza i farmaci sono diventati meno efficaci e le infezioni tendono a persistere maggiormente, con il rischio quindi di una maggiore diffusione.



“L’uso di antibiotici deve essere ulteriormente ridotto, sia nella prescrizione umana che anche nella salute degli animali, in modo che questo medicinale salvavita possa ancora essere conservato in una forma utile e non perda la sua efficacia”, sono le parole dell’eurodeputato socialista Tiemo Wölken rilasciate giovedì durante un dibattito con il commissario per la salute Stella Kyriakides.



ANTIBIOTICO RESISTENZA: “IMPORTANTE RAFFORZARE APPROCCIO ONE HEALTH”

La Commissione ha posto come obiettivo entro il 2030 la riduzione di antibiotici sull’uomo, ma i parlamentari insistono sul fatto che le misure nazionali devono garantire che almeno il 70% degli antibiotici consumati appartenga al cosiddetto “gruppo di accesso”, così come viene definita la classificazione AWaRe dell’OMS. “È importante rafforzare l’approccio One Health – ha aggiunto ancora Wolken – che garantisce di vedere la salute come un pacchetto completo di ambiente, salute umana e salute degli animali che è di fondamentale importanza”.



Il Parlamento ha chiesto di vedere i “Piani d’azione nazionali” contro la resistenza antimicrobica ritenendola una priorità per gli stati membri, e gli stessi piani dovranno essere aggiornati ogni due anni. “Non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto che nell’uso attuale degli antibiotici siamo andati in un vicolo cieco. Abbiamo bisogno di un diverso mezzo di trattamento” ha concluso Wölken.