L’Istituto superiore di sanità ha stabilito un nuovo protocollo per la sorveglianza dell’antibioticoresistenza. Il documento si basa sulle indicazioni del Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza ed elabora nuove linee guida partendo da quelle proposte dalla sorveglianza europea. Rispetto alla precedente versione, nella nuova c’è stato l’aggiornamento delle fonti bibliografiche. È stata inoltre aggiornata la lista dei requisiti minimi che i laboratori diagnostici devono possedere. Sono poi stati aggiunti nuovi antibiotici da saggiare per le diverse specie.
Il nuovo protocollo porta comunque con sé alcune criticità: il superamento di questa potrebbe portare ad un miglioramento della sorveglianza stessa. Le criticità sono quattro. La volontarietà della sorveglianza: i laboratori partecipanti non hanno un riconoscimento istituzionale, rappresentatività geografica sub-ottimale, perché non tutte le regioni sono debitamente rappresentate, limitata rappresentatività della popolazione, visto che i dati riguardano quasi esclusivamente pazienti ospedalizzati e infine qualità dei dati riguardanti strutture territoriali o ambulatoriali, la cui rappresentatività non è nota.
Antibioticoresistenza, a cosa serve il nuovo protocollo
Il nuovo protocollo ISS per l’antibioticoresistenza ha nuovi obiettivi, metodi e modalità di rivelazione dei dati. Per quanto riguarda la scelta dei patogeni, il protocollo ricalca proprio quello proposto dalla sorveglianza europea EARS-Net. Questo serve per facilitare la trasmissione dei dati all’ECDC e la conseguente comparazione a livello europeo. Come obiettivo generale, la sorveglianza AR-ISS ha quella di descrivere le caratteristiche epidemiologiche, che rappresentano le varie infezioni acquisite sia in ambito comunitario che ospedaliero.
Vengono analizzati andamenti temporali, differenze geografiche, differenze per gruppi di popolazione: questi dati vengono tratti da un gruppo selezionato di specie batteriche isolate da infezioni di rilevanza clinica. Si tratta di dati essenziali per sostenere le azioni di contrasto all’antibiotico-resistenza e monitorare come varia il loro impatto nel tempo. Secondo gli esperti, l’antibioticoresistenza è una minaccia concreta e soprattutto immediata: il nuovo protocollo servirà anche a monitorarla.