C’è un nuovo importante studio in merito agli anticorpi prodotti dal coronavirus e alla loro immunità verso una nuova reinfezione. Secondo quanto affermato e raccolto dai ricercatori della Scuola di Medicina della Nanjing University, i soggetti affetti da covid-19 e poi guariti, sarebbero immuni solamente per un mese. Uno scenario che appare decisamente inquietante se confermato, e che di fatto potrebbe far meglio comprendere i diversi episodi di soggetti infettatisi due volte, emersi negli ultimi mesi. Inoltre, potrebbe dare risposte inedite in merito allo sviluppo del vaccino, pratica al momento in corso in tutto il mondo. Lo studio, come riferisce l’agenzia Ansa, è stato pubblicato negli scorsi giorni, e si è basato sul monitoraggio degli anticorpi in diversi 19 pazienti in condizioni fisiche non gravi, ed altri sette invece gravi, controllati per sette settimane da quando è sopraggiunta la malattia. Dai risultati è emerso che un paziente su cinque non aveva sviluppato gli anticorpi capaci di combattere il virus dopo che lo stesso era stato dimesso dall’ospedale, ed inoltre, si era verificata anche un drastico calo del sistema immunitario, con i livelli scesi significativamente nel giro di tre/quattro settimane dall’infezione.



STUDIO CINESE CORONAVIRUS: I DATI EMERSI DALLA RICERCA

L’80.7 percento dei pazienti, praticamente 8 su 10, ha mostrato prove di attività di anticorpi contro il coronavirus a vari livelli, mentre il restante campione, pari al 19.3% (circa due su 10), non ha sviluppato alcuna immunità. Lo studio, in conclusione, ha permesso di dimostrare che le attività neutralizzanti dei sieri di convalescenza calano in maniera significativa nel giro di 21/28 giorni subito dopo la dimissione dall’ospedale, circa 3-4 settimane. Stando a quanto si legge nel rapporto, riportato dall’agenzia Ansa, i ricercatori cinesi sottolineando che “comprendere le risposte adattative in cui il corpo produce anticorpi che si legano specificamente al SARS-CoV-2 tra i pazienti con Covid-19 fornisce informazioni fondamentali per lo sviluppo di un trattamento efficace e di un vaccino preventivo”.

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