L’immunità indotta dai vaccini anti Covid è superiore per efficacia a quella indotta dall’infezione “naturale”, a differenza di quanto emerso da un precedente studio. Lo rivela uno nuovo condotto dall’University of Pennsylvania Health System e pubblicato in pre-print su medRxiv. La ricerca, dunque, smentisce quanto ritenuto per mesi. È pur vero che le infezioni da Sars-CoV-2 suscitano molti anticorpi, ma non tutti sono in grado di contrastare efficacemente il coronavirus. Sia le infezioni di coronavirus sia le vaccinazioni a mRna suscitano anticorpi che si legano alle regioni S1 e S2 della proteina spike, mentre la seconda dose incrementa principalmente gli anticorpi reattivi a S1. Invece le infezioni stimolano anticorpi che reagiscono alla regione S2 di OC43, più di quanto siano in grado di fare i vaccini.
Paradossalmente, però, questi anticorpi prodotti dall’infezione non si legano efficacemente agli antigeni, mentre i vaccini suscitano anticorpi che si comportano in maniera molto diversa e la loro azione è più efficace, anche contro le varianti Covid. La conclusione dei ricercatori, dunque, è che sì le infezioni suscitano livelli più alti di anticorpi, ma questi si “legano” poco al virus.
IMMUNITÀ COVID, GLI ASPETTI ANCORA DA CHIARIRE
I ricercatori ritengono che servano ulteriori studi per fare chiarezza sui meccanismi che portano a questa differenza riguardo le risposte anticorpali suscitate dalle infezioni “naturali” e i vaccini. Si tratta di conclusioni che riportano alla memoria uno studio pubblicato nei mesi scorsi dalla rivista specializzata Frontiers in Immunology e condotta dall’immunologo Alberto Beretta con i colleghi Martin Cranage e Donato Zipeto, secondo cui virus che si assomigliano possono giocare un brutto scherzo al sistema immunitario, facendogli produrre gli anticorpi sbagliati.
Infatti, le infezioni stimolano anticorpi che reagiscono alla regione S2 di OC43, uno dei quattro coronavirus comuni che causano raffreddori stagionali. I ricercatori statunitensi, inoltre, hanno citato anche il “peccato originale antigenico”, un fenomeno noto tra gli immunologi per il quale si può avere una forte immunità verso una specifica variante. Ma sono appunto tutte ipotesi che possono essere chiarite solo con nuovi e più approfonditi studi.