Oltre ai vaccini, c’è un’altra arma contro il Covid, gli anticorpi monoclonali. In Italia sono in salita le prescrizioni, ma è in arrivo un anticorpo monoclonale di seconda generazione, il più potente mai sviluppato. Se quelli sviluppati finora possono essere usati su gruppi specifici di persone, questo invece può essere somministrato a molte di più. Ed è pure di facile somministrazione, in quanto basta una semplice iniezione, anche a casa del paziente, non per via endovenosa in ospedale. Si tratta di un anticorpo monoclinale tutto italiano, realizzato dalla GlaxoSmithKline. Il problema è che, dopo aver superato la prima fase clinica con ottimi risultati, mostrando di poter neutralizzare tutte le varianti del coronavirus, ora si guarda con fatica alle prossime due fasi di sperimentazione, in quanto mancano candidati-pazienti e finanziamenti.
Lo ha spiegato Rino Rappuoli, direttore scientifico e responsabile Ricerca e Sviluppo di GlaxoSmithKline (Gsk) Vaccines. «Il programma prevede che il test venga effettuato su 800 persone che hanno avuto tampone positivo: abbiamo cominciato a metà maggio e finora ne abbiamo reclutati solo un centinaio. È difficile contattare eventuali candidati per ragioni di privacy», ha dichiarato lo scienziato durante la Giornata del Ricercatore alla Maugeri di Pavia. La Regione Toscana sta provando ad affrontare la questione con una campagna di informazione, nella speranza di scongiurare il rischio che il lavoro venga proseguito all’estero.
ANTICORPO MONOCLONALE, GARATTINI “FARMACO IMPORTANTE”
Per Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, si tratta di «un rimedio molto importante». Ne ha parlato recentemente anche Vaia. Garattini comunque si è detto anche ansioso di vedere i risultati. «Se riuscissimo ad avere un farmaco efficace, sarebbe la giusta integrazione del vaccino», le parole riportate da Il Giorno. Così, infatti, avremmo un’opzione per trattare anche quelle persone che per ragioni mediche non si possono vaccinare o i casi colpiti da una variante meno sensibile al vaccino. «Speriamo che i risultati possano arrivare prima di fine anno e che siano buoni. Sarebbe un bel contributo dell’Italia». Stando all’ultimo monitoraggio settimanale dell’Aifa, si è passati da 74 richieste del periodo 2-8 luglio a 80 del 9-15 luglio. Dunque, la media giornaliera è di 11,43 contro 10,57, con un aumento quindi dell’8,1%. Di conseguenza, salgono a 6.262 i pazienti Covid trattati con anticorpi monoclonali in Italia, e inseriti nel registro di monitoraggio Aifa. Dall’inizio del monitoraggio, in numeri assoluti è il Lazio la regione con il maggiore uso con 850 pazienti trattati. Agli ultimi posti Molise e Provincia autonoma di Bolzano, ferme rispettivamente a quota 13 e 3 pazienti.