Un anticorpo universale potrebbe combattere tutti i tipi di tumore. È la speranza, nonché l’oggetto di ricerca, dei ricercatori del CNRS: si chiama NP137 e ha come bersaglio una particolare proteina presente nella maggior parte delle cellule tumorali. Si tratta di un anticorpo “universale” capace di disarmare alcuni meccanismi di resistenza condivisi dalla maggior parte delle cellule tumorali. Somministrato da solo in monoterapia, questo nuovo anticorpo NP137 ha reso possibile la stabilizzazione o addirittura la regressione di alcuni tumori.



Gli incredibili risultati ottenuti grazie a questo anticorpo, impiegato anche in combinazione con alcuni trattamenti convenzionali per curare ad esempio il tumore della pelle, sono stati pubblicati sulla rivista Nature e citati dal quotidiano francese Le Figaro. Questa promettente ricerca ha avuto inizio quando la squadra di ricercatori guidata dal professor Patrick Mehlen, direttore del CNRS presso il centro oncologico Léon-Bérard di Lione, ha scoperto per caso che la proteina netrin-1 è prodotta dalla maggior parte delle cellule tumorali. Da qui l’ipotesi che la sia presenza fosse necessaria per la progressione dei tumori e l’obiettivo di sviluppare una molecola in grado di bloccare questa specifica funzione. Infine, la nascita dell’anticorpo NP137 che è già stato testato su pazienti umani e ha sbalordito gli scienziati. È stato infatti somministrato a 14 pazienti affette da carcinoma endometriale, cioè un tumore dell’endometrio in stadio avanzato, il sesto tumore più comune.



Come funziona l’anticorpo universale contro il tumore e cosa cambia rispetto alla chemioterapia

Un anticorpo universale potrebbe contribuire a sconfiggere tutte le tipologie di tumore. Entro le prime settimane, NP137 non ha dimostrato alcuna tossicità. Inoltre, non ha intaccato le cellule sane e in otto pazienti ha permesso la stabilizzazione del tumore, portando anche a una regressione importante.

Il professor Cédric Blanpain, direttore di ricerca presso l’Université Libre de Bruxelles e specialista dei meccanismi di resistenza delle cellule tumorali, ha spiegato a Le Figaro che “nel corso della chemioterapia e dell’immunoterapia le cellule tumorali cambiano il loro comportamento e passano da uno stato epiteliale, cioè altamente strutturato, a uno stato mesenchimale in cui diventano mobili e quindi invasive”. Invece, l’anticorpo NP137 induce le cellule del tumore a “perdere” la loro resistenza al trattamento, facendo regredire o stabilizzare il cancro.