L’antifascismo rischia di diventare lo scudo ideale della destra. A dirlo è Giovanni Orsina, storico e politologo, commentando le parole di Paolo Bolognesi sulla strage di Bologna sulle pagine de La Stampa. Il presidente dell’Associazione familiari delle vittime, a detta dell’esperto, avrebbe strumentalizzato politicamente la storia e fin quando questo avverrà, secondo Orsina non si potrà neppure chiedere alla Meloni e al suo partito di “recidere i residui fili emotivi che ancora li legano alle vicende del neofascismo, perché sarà loro fin troppo facile sottrarsi accusando i propri accusatori di disonestà intellettuale e faziosità”.



Infatti, secondo il politologo, le sentenze non equivalgono a verità divine e soprattutto nel caso della strage di Bologna non mancano studi che hanno espresso dubbi sulla ricostruzione giudiziaria. In un volume del 2016 di Vladimiro Satta, ad esempio, veniva spiegato che l’esame “dei procedimenti giudiziari contro Fioravanti, Mambro e Ciavardini mostrano che la dichiarazione di colpevolezza dei tre neofascisti non è così convincente”.



Orsina: “Storia bandita come clava da Bolognesi”

Secondo Giovanni Orsina, che ne parla sulle pagine de La Stampa, Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage di Bologna, non si è “limitato a interpretare la storia. L’ha pure brandita come una clava per darla in testa a tutta la destra italiana degli ultimi trent’anni, da Berlusconi fino a Meloni”. La clava, in questo caso, è “la consueta lettura antifascista radicale della vicenda” di chi “sostiene di essere moralmente prima ancora che politicamente nel giusto e che la propria idea di costituzione e democrazia sia l’unica possibile” e di chi crede che la Repubblica possa essere governata solamente dalla sinistra e non dalla destra.



Orsina non ha dubbi: l’antifascismo radicale è il peggior nemico dello stesso antifascismo perché il primo diventa così “scudo ideale di Meloni e di Fratelli d’Italia” e la stessa premier, secondo l’esperto, non avrebbe potuto replicare in alcun modo se non come poi ha fatto.