La Francia si appresta, proprio nella giornata di oggi, a votare un progetto di legge per certi versi storico, che mira a punire più severamente l’antisemitismo. In particolare, secondo la proposta del deputato Mathieu Lefèvre, di cui parla il quotidiano Le Croix, si punta ad inasprire le sentenze contro i messaggi e i post d’odio diffusi sui social network, equiparandoli ad insulti e minacce espressi verbalmente e pubblicamente.



L’antisemitismo, d’altronde, in Francia è un problema tangibile già da tempo, ospitando una delle comunità musulmane più numerose di tutta Europa, nonché una ampia comunità ebraica. Inutile sottolineare, in questo precario equilibrio, che dopo il 7 ottobre i reati antisemiti sono aumentati esponenzialmente, culminati in alcune aggressione, talvolta mortali. Solo il primo marzo, per esempio, un uomo ebreo è stato picchiato ferocemente fuori da una sinagoga di Parigi. Secondo il Conseil représentatif des institutions juives de France a fine gennaio ha segnalato un aumento del 284% di reati ascrivibili all’antisemitismo in Francia rispetto a quelli del 2022, con un totale di 1.676 incidenti. Online, invece, i contenuti illegali segnalati sono passati dai 175mila casi del 2022 ad oltre 211mila nel 2023, al 90% relativo a commenti antisemiti sui social.



La proposta di legge contro l’antisemitismo in Francia: “Un anno di reclusione, 45mila euro di multa”

La proposta di Lefèvre, dunque, mira a ridurre leggermente l’incidenza dell’antisemitismo in Francia, inasprendo le punizioni contro gli “insulti antisemiti e la negazione dell’Olocausto“. Un’azione repressiva che verrà fatta soprattutto nei confronti dei post e dei commenti pubblicati sui social, con particolare attenzione nei confronti di X (ex Twitter), dove si trovano, secondo una stima fatta dal ministro degli interni Darmanin, il 75% dei commenti d’odio.



Centrale nel testo contro l’antisemitismo in Francia sarà il primo articolo, che punta a rendere possibile l’emissione di un mandato d’arresto nei casi di gravi reati di razzismo o odio antisemita. Si modificherebbe, così, l’attuale legislazione che tratta i reati d’odio online ai sensi della legge sulla libertà di stampa, con l’obbiettivo, spiega Lefèvre, di “punire gli ideologici online che difficilmente partecipano alle udienze e vivono all’estero per evitare la condanna”. Con il secondo articolo, invece, l’antisemitismo online (che rientra attualmente nella sfera dei reati, non penali, chiamati “incitamento non pubblico alla discriminazione” e “insulto e diffamazione razzista e antisemita non pubblici”) diventerà penalmente perseguibile. La pena, attualmente pari a 1.500 euro di multa, dovrebbe consistere in un anno di reclusione e 45mila euro di multa.