L’Antitrust ha comunicato l’apertura di un’indagine su sette compagnie che producono bio carburanti, precisamente un’istruttoria nei confronti di Eni, Esso Italiana, Saras, Kuwait Petroleum Italia, Tamoil Italia (che detiene anche Repsol Italia), Italiana Petroli e Iplom. Secondo quanto si legge sul sito del Corriere della Sera, si ipotizza “un’intesa sul costo della componente bio derivante dagli obblighi di miscelazione, attuata attraverso la pubblicazione di informazioni su Staffetta Quotidiana”. Ad annunciarlo è stata la stessa Staffetta, spiegando che l’autorità di cui sopra ha effettuato un’ispezione nella sua sede nonché in quella delle compagnie petrolifere coinvolte, per accertare eventuali violazioni dell’articolo 101 del Trattato Ue che regola le pratiche commerciali che impediscono, restringono o falsano la concorrenza. L’indagine è scattata da una segnalazione risalente al 27 marzo scorso attraverso la piattaforma di Whistleblowing dell’Autorità.
«E’ stato possibile – si legge nella delibera di avvio dell’istruttoria – ricostruire la condotta segnalata, consistente, secondo il denunciante, in un’intesa avente a oggetto la componente di costo derivante dagli obblighi di miscelazione del biocarburante nel carburante per autotrazione («componente bio»), che verrebbe ribaltata allo stesso prezzo a tutti gli operatori di mercato indipendentemente dal costo effettivamente sostenuto da ciascuna compagnia petrolifera». Secondo colui che ha segnalato tale pratica si sarebbe verificata con costanza negli ultimi anni attraverso un sistema di annunci pubblici delle compagnie petrolifere avvenuti su «La Staffetta Quotidiana», iniziati da Eni nel gennaio 2020. L’Antitrust ipotizza «un coordinamento tra le parti al fine di limitare il reciproco confronto concorrenziale e di fissare in modo coordinato un’importante componente del prezzo del carburante per autotrazione rappresentata dal costo della componente bio connessa agli obblighi di legge che, a oggi, prevedono una quantità minima pari al 10% del totale del carburante immesso in consumo».
ANTITRUST, APERTA INDAGINI SU COMPAGNIE PETROLIFERE: ACCUSE E LA REPLICA DI STAFFETTA QUOTIDIANA
L’intesa, si legge ancora «potrebbe risalire quantomeno al primo gennaio 2020, data del secondo articolo pubblicato sulla Staffetta Quotidiana, che dà conto di un aumento della componente bio da parte di Eni ed espressamente cita questa società come fonte dell’informazione». L’Antitrust aggiunge «l’articolo del gennaio 2020 sembrerebbe riportare un annuncio di aumento del prezzo da parte di Eni che dà il via all’intesa ipotizzata: Eni, attraverso la Staffetta Quotidiana, sembra, infatti, lanciare un messaggio ai concorrenti invitandoli ad apportare aumenti «in linea» con i propri». Tanto che, si legge ancora, «sulla base dei dati disponibili, si è potuto constatare un parallelismo nell’attuazione degli aumenti da parte» delle altre compagnie, nonché «un valore della componente bio molto simile (in gran parte dei casi del tutto identico) nel corso degli ultimi anni».
Infine, visto che l’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti fa riferimento a un «quantitativo minimo», l’Autorità non esclude «che il coordinamento possa aver coinvolto anche il quantitativo di biocarburante da immettere in consumo che sembra essere per tutti pari al quantitativo minimo richiesto per legge». Giovanni Goffredo Borromeo, editore, ha dichiarato che: «Staffetta Quotidiana ribadisce la correttezza e la professionalità del proprio operato, nello svolgere la sua missione di giornale indipendente e specializzato con oltre 90 anni di esperienza. Tutte le informazioni in questione sono pubblicate e rispondono a un preciso interesse giornalistico».