Bocciato l’antivirale molnupiravir di Merck
L’antivirale molnupiravir, impiegato nella lotta al covid e sviluppato proprio per quello scopo dalla casa farmaceutica tedesca Merck, è stato recentemente bocciato da uno studio condotto dal Lancet e finanziato dal National institute for health and care research. Secondo gli autori, infatti, il farmaco non avrebbe alcun influenza sulle ospedalizzazioni o sui decessi dovuti al covid, nonostante in fase di produzione Merck avesse attestato il contrario.
Il molnupiravir di Merck non è l’unico farmaco antivirale sviluppato, distribuito ed utilizzato contro il covid, ma come per moltissimi altri tra questi, i risultati di studi ed analisi sembrano essere poco positivi, sicuramente meno di quanto attestato dalle stesse case farmaceutiche. Viene da chiedersi, dunque, quale sia la ragione per commercializzare un farmaco che non fa sperare in nessun effetto positivo. E la risposta, spiega la Verità, è presto detta: dietro al molnupiravir di Merck ci sarebbe stato un giro d’affari di almeno 952 milioni di dollari (ricavi annunciati dalla stessa Merck) e che hanno portato il valore della casa farmaceutica da 9,8 miliardi di dollari (2019) ad oltre 13 miliardi nel 2021. L’Italia, in questo, avrebbe speso fino a questo momento almeno 32 milioni di euro.
Lo studio sugli effetti del molnupiravir di Merck
Insomma, tornando ai dati oggettivi e alle pubblicazioni scientifiche in merito al molnupiravir sviluppato dalla casa farmaceutica tedesca Merck, gli esiti dello studio possono essere facilmente trovati sul Lancet. La prestigiosa e rinomata rivista scientifica, infatti, che nel corso degli ultimi due anni ha sempre tenuto un occhio puntato su farmaci, vaccini e cure per il covid, toccando solo recentemente l’antivirale tedesco.
Partendo da un campione di oltre 26 mila persone con una media di 55 anni, dando a circa la metà di loro l’antivirale molnupiravir di Merck in aggiunta alle loro abituali cure, mentre l’altra metà non avrebbe ricevuto trattamenti diversi dagli abituali, ed il 94% di loro aveva almeno tre dosi di vaccino. Tutte le persone che hanno utilizzato l’antivirale avevano un’infezione da coronavirus in corso da meno di 5 giorni (periodo in cui Merck assicura che il molnupiravir funzioni). In entrambi i gruppi l’incidenza di ricoveri e decessi è stata circa dell’1% (105 con molnupiravir e 98 per l’altro), concludendo che non ci sia alcun beneficio dall’uso dell’antivirale di Merck, mentre fortunatamente non è stato registrato alcun effetto avverso direttamente causato dal farmaco.