Dalla guerra in Ucraina alla guerra informatica? Secondo gli esperti, il conflitto russo-ucraino potrebbe spostarsi presto anche sul web. Dopo le tante sanzioni imposte dai Paesi europei e dagli Stati Uniti alla Russia, il Paese guidato da Putin potrebbe portare la guerra anche sul piano informatico. I russi, infatti, producono la maggior parte degli antivirus installati sulla maggior parte dei pc occidentali, Italia compresa, che dunque proteggono dagli attacchi informatici. Dopo aver preso in modo importante le distanze dalla Russia, con sanzioni e dazi, l’Europa potrebbe dunque essere “in pericolo” dal punto di vista della sicurezza sui propri computer.



Franco Gabrielli, ex capo della polizia e della Protezione Civile e oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale, ha dichiarato al Corriere della Sera: “Al momento non ci sono indicatori sulla volontà di spostare lo scontro su questo terreno, ma ciò non significa che non avverrà. Non dobbiamo farci trovare impreparati, sviluppando la nostra capacità di difesa e resilienza”.



Attacco già annunciato dagli antivirus russi: computer a rischio?

Un attacco ai computer europei è stato annunciato già lo scorso 6 marzo. In Italia, l’Agenzia per la cyber-sicurezza nazionale e il Nucleo di sicurezza cibernetica sta monitorando costantemente la situazione, cercando di anticipare e ovviamente scongiurare possibili criticità che potrebbero verificarsi. “Più la situazione si complica e più aumenta la possibilità che il conflitto si estenda ad aggressioni cibernetiche verso i Paesi dichiarati ‘ostili’ da Putin” ha spiegato Gabrielli.

Cosa fare, dunque, per tenere al sicuro i nostri computer ed evitare possibili attacchi russi? Gabrielli ha proseguito: “Dobbiamo imparare a vivere gli alert come gli annunci di eventi meteorologici avversi: non con disperazione ma con spirito di reazione per evitare le conseguenze peggiori”. La Pubblica Amministrazione italiana ha come antivirus uno dei russi, Kaspersky. Proprio per questo motivo, Palazzo Chigi starebbe ragionando sullo scioglimento del contratto con l’azienda russa: “Scontiamo i limiti strutturali di un sistema di server pubblici inadeguato, e che pure in questo ambito dobbiamo liberarci da una dipendenza dalla tecnologia russa come quella di sistemi antivirus prodotti dai russi e utilizzati dalle nostre pubbliche amministrazioni che stiamo verificando e programmando di dismettere, per evitare che da strumento di protezione possano diventare strumento di attacco”.