Antonella Ferrari e il dolore per il figlio mai arrivato: le sue parole

Antonella Ferrari, ospite de La volta buona di Caterina Balivo, ha affrontato il doloroso tema della mancata maternità raccontata nel suo nuovo libro Comunque mamma: “Di ferite ne ho avute tante, ero abituata…la diagnosi di sclerosi multipla arrivata con 20 anni di ritardo, quindi già lì un percorso doloroso. Poi questa ricerca disperata di un figlio, insieme a Roberto, che purtroppo non è arrivato ed è una ferita ancora aperta per me.”



E ancora: “Quando sono diventata zia di Federica, avevo 19 anni e in quel momento ho sentito forte in me il desiderio di diventare madre. Giocavo a fare la mamma con Federica le cambiavo il pannolino, le davo la pappa. Ho aiutata a crescerla quando andavo all’Università” afferma l’attrice: “Come mi immaginavo da mamma? Immaginavo sempre come lo avrei detto a tutta la mia famiglia. Immaginavo un pranzo di Natale tutti insieme, seduti a tavola e io e Roby che dicevamo a tutti: “C’è una novità, aspettiamo un bambino”. Mi immaginavo le passeggiate con mio figlio, io con la mia stampella e dall’altra parte la sua manina“.



Antonella Ferrari maltratta dai medici: “Con me hanno sbagliato”

Antonella Ferrari, ai microfoni di La volta buona, ha raccontato il dramma della sclerosi multipla diagnosticata dopo 20 anni, ma soprattutto del comportamento freddo e inumano che alcuni medici le hanno riservato proprio in relazione al suo desiderio di diventare mamma.

Un medico mi ha detto: “Con due uova marce cosa pensavi di fare“. Sono uscita piangendo e non ci sono più tornata. Con la sclerosi si possono avere figli, anzi lo consigliano perchè la malattia si arresta durante i nove mesi di gravidanza“. La scrittrice racconta poi l’amore con il marito Roberto: “Ci siamo sposati nel 2009 ma stiamo insieme da quasi 20 anni, lui è sempre stato il mio pilastro. Anche lui voleva un figlio ma ha cercato sempre di farmi forza dicendomi che noi due siamo una famiglia comunque. Crescere il nostro cagnolino Grisù, che lo abbiamo preso che aveva due mesi è stato un po’ sentirmi mamma“.