Antonella Ruggiero: “Volevo dedicarmi al disegno ma…”
Antonella Ruggiero ha passato 14 anni con i Matia Bazar, lasciati poi nel 1989, all’apice del successo. Da lì la cantante ha scelto di intraprendere la carriera da solista, ripartita dal 1996 con l’album Libera. In occasione dei suoi settant’anni, a Oggi, si è raccontata: “Volevo dedicarmi al disegno. Cantavo solo tra me e me e non pensavo di esibirmi. Poi a Genova, la mia città, ho incontrato a un concerto della Pfm quelli che sarebbero diventati i miei soci per 14 anni, abbiamo formato il gruppo e siamo partiti”.
Il racconto parte però dalla famiglia: “Mio padre era artigiano. Ma la musica e l’arte sono sempre stati nella vita dei miei genitori, anche se non hanno potuto esprimere questa passione”. Con i Matia Bazar, sono tanti i bei ricordi. Il più importante? “I viaggi. Ci sono luoghi del mondo dove abbiamo fatto concerti ora profondamente cambiati se non distrutti, come la Siria, per esempio. Abbiamo suonato in Unione Sovietica quando si riempivano i palazzi dello sport, pieni di persone che volevano ascoltare la musica occidentale, con la polizia che non permetteva di fare un passo verso gli artisti”.
Antonella Ruggiero: “Ho lasciato i Matia Bazar per fare quello che mi pare”
Antonella Ruggiero, nonostante la notorietà, non si è mai sentita molto a suo agio nei panni di diva: “Non mai sentito la necessità di salire su un palco per dire: ecco, sono qui, guardatemi. Il palcoscenico è il luogo dove si svolgono i concerti, punto. Fosse per me mi esibirei dietro a un paravento. L’esibizionismo è parte del mondo dell’arte, ma non per me, lo trovo ridicolo”. L’addio ai Matia Bazar è arrivato per un bisogno di libertà dalle case discografiche: “Quelle sono le regole che valgono tutt’oggi, se uno vuole raggiungere i grandi numeri. Nel 1996 ho ripreso a fare musica scollegata da quegli obblighi, con una mia etichetta. Così faccio quello che mi pare”.
I suoi colleghi dei Matia Bazar, però, non li ha più frequentati, come raccontato a Oggi: “Li ho visti solo in occasione dei funerali di due di loro. Però quando si vive intensamente un periodo della vita con qualcuno, i ricordi sono indelebili. Le persone non le vedi più, ma è come se fosse ieri”. Infine, un pensiero sul marito, Roberto Colombo: “Nel 1982 lo abbiamo chiamato per arrangiare Tango e Aristocratica, due dischi bellissimi, i migliori dei Matia Bazar. Abbiamo lavorato insieme, poi ognuno è andato avanti con la sua vita. Alla fine degli anni ’80, ecco che invece la storia è cambiata tra di noi”.