Antonella Viola, nota immunologa dell’università di Padova, da due anni e mezzo in prima fila contro il covid, ha scritto per Feltrinelli il libro “Il sesso è (quasi) tutto”, in cui analizza le differenze di genere che la stessa dottoressa tiene e difendeer: “In medicina abbiamo visto differenze – racconta oggi ai microfoni de Il Giornale – là dove non ce n’erano. Ad esempio ci siamo concentrati tantissimo cercando di dare un sesso al cervello, dicendo che uomini e donne pensano in modo diverso”.

“Non è così – ha proseguito – il cervello non ha sesso, è uguale per tutti. Ma non abbiamo dato valore alle differenze che effettivamente esistono come il metabolismo e la massa corporea, da considerare quando si parla di farmacocinetica. Il sistema immunitario – ha proseguito Antonella Viola – è completamente diverso fra uomini e donne: l’80 per cento dei pazienti che soffrono di malattie autoimmuni sono donne”.

ANTONELLA VIOLA: “FINO AL 1993 LE DONNE IN MEDICINA…”

Antonella Viola ha ricordato il ruolo delle donne nella medicina: “Fino al 1993 non erano nemmeno inserite negli studi clinici, ora lo sono ma quando si raccolgono i dati su efficacia e sicurezza non si considera il genere e questo fa perdere delle differenze importanti. Compiti di noi scienziati, visto che abbiamo avuto una grande attenzione, è parlare di cose importanti, di temi che sono vicini alle persone. Parliamo tanto di medicina personalizzata – ha aggiunto l’immunologa di Padova – ma se non distinguiamo almeno corpo maschile e corpo femminile…”. Ma il mondo della scienza è maschile? Ha chiesto il giornalista de Il Giornale, e Antonella Viola ha replicato: “Il mondo dei laboratori è femminile, quello accademico è maschile. Più si sale meno donne ci sono. Io mi trovo spesso a essere l’unuca donna nella sala”.

ANTONELLA VIOLA: “CHE CAVOLATA DIRE CHE IL COVID ERA MORTO”

Antonella Viola ha affrontato anche altri argomenti nella chiacchierata, a cominciare dalla sua vita privata: “Negli ultimi anni ho scoperto di essere brava a scrivere libri, non solo articoli scientifici”. E ancora: “Mio marito si è tatuato il motto della nostra unione ‘Questo sarà un amore solo per pazzi’, riferendosi all’immagine su WhatsApp della stessa Antonella Viola.

L’immunologa, come altri addetti ai lavori, ha poi puntato il dito nei confronti della comunicazione covid decisamente errata nel primo periodo, e non solo: “I momenti di confusione sono stati due: dire che è stata una banale influenza e dire che il virus era clinicamente morto, nell’estate 2020, una cavolata assurda, totale”. Chiusura dedicata alla vita sotto scorta a seguito di pesanti minacce del popolo No Vax: “Sono ancora sotto scorta, ce l’ha dal 4 gennaio. Non se ne parla ancora di levarmela. Questo mi ha peggiorato la vita. I miei figli sono liberi, hanno solo la volante che passa sotto casa. Io non posso fare nulla da sola. Prima lavoravo fino alle ore 20:00 di sera, ora lo faccio ma arrivando a casa presto, in modo che i Carabinieri possono andare a casa delle loro famiglie. Ormai siamo amici”.