I RICORDI DI ANTONELLO CUCCUREDDU

È stata pubblicata una bella intervista ad Antonello Cuccureddu realizzata dal Corriere della Sera: nel corso della chiacchierata con Walter Veltroni il 73enne di Alghero ha ripercorso la sua esperienza con la Juventus, la squadra cui ha dedicato la maggior parte della carriera. La ripercorriamo insieme, dunque: Cuccureddu ha ricordato come arrivò in bianconero, ad allenarsi e giocare insieme a calciatori che fino a quel momento aveva visto sulle figurine Panini: fu una partita di Coppa Italia che il Brescia, nel quale militava, giocò proprio contro la Juventus a convincere la Vecchia Signora ad acquistarlo, fu la sua marcatura su Luis Del Sol.



Poi, ancora il destino a mettersi in mezzo: l’esordio in bianconero proprio contro il Cagliari, città della sua regione, lui nativo di Alghero. Come è andata? Con il gol del pareggio segnato da Cuccureddu, naturalmente, a rispondere a Gigi Riva: Antonello tiene a ricordare che in quel periodo la Juventus girava male, mentre il Cagliari viaggiava. Un gol che non si può dimenticare, anche perché da quel giorno Cuccureddu sarebbe stato ricordato come “malufigliu”: un po’ come l’Altafini “core ‘ngrato”, e non possiamo dimenticare che José fu compagno di squadra di Antonello.



IL MIGLIOR RICORDO E IL RIMPIANTO

Anzi: il più grande rimpianto nella carriera di Cuccureddu resta la finale di Coppa dei Campioni 1973, quella contro l’Ajax. La decise Johnny Rep: all’epoca sfidare i Lancieri era impresa semi-impossibile, ma Antonello (uno che ha vestito tutti i numeri di maglia in carriera, o quasi tutti) ricorda ancora oggi che nella riunione prima della partita si decise di giocare con tre attaccanti, “una follia contro l’Ajax”, e che secondo la sua opinione la scelta fu concordata per dare una possibilità ad Altafini di essere in campo. La reazione di Cuccureddu? “Non potevo dire niente a Vycpalek, ma piansi da solo in camera”. Già, Cestmir Vycpalek: un allenatore cui Antonello deve molto, quasi tutto, e che viene ancora oggi citato con grande affetto. Per esempio nel momento più importante nella carriera: 20 maggio 1973.



Il Milan affonda a Verona, per vincere lo scudetto la Juventus deve battere la Roma. Va in svantaggio, poi pareggia proprio Altafini; il gol decisivo, con una bordata all’incrocio, lo mette dentro Cuccureddu e Vycpalek si commuove, ripensando a quel figlio morto un anno prima a bordo di un aereo. Il 5 maggio: data della scomparsa dello stesso Cestmir, data in cui nel 2002 la Juventus avrebbe festeggiato un incredibile e totalmente inaspettato scudetto, il ventiseiesimo nella storia. Per Cuccureddu questo è tutto tranne che un caso; anche per noi, ci sentiamo di dire, perché davvero a volte il destino bussa alla porta e si tratta solo di essere disponibili ad aprire.