Sono tantissimi in queste ore i messaggi di cordoglio per la morte di antonello Falqui, padre riconosciuto del “varietà” nella televisione italiana. Tra i tanti personaggi del mondo dello spettacolo che hanno avuto il piacere di lavorare insieme a lui anche Rita Pavone, che sul suo profilo Twitter ha commentato con commozione: “Antonello Falqui? Uno che lottò con i vertici RAI per permettere ad una ragazzina di 17 anni, bassina, non particolarmente bella e con un viso pieno di efelidi, di dimostrare che aveva delle cose da dire artisticamente. Quella ragazzina ero io.Non gliene sarò mai abbastanza grata”. Certamente meno elaborato, ma non per questo meno significativo e d’impatto, il messaggio scelto dall’attore Alessandro Gassman sempre su Twitter: “Antonello Falqui: la Televisione. RIP”. (agg. di Dario D’Angelo)



ANTONELLO FALQUI: IL CORDOGLIO SUI SOCIAL

Continua il cordoglio social in ricordo della morte di Antonello Falqui, amato regista, nonché padre del varietà italiano. Debora Ergas, giornalista di Tg1, ha ad esempio scritto così su Twitter: “Regista, ideatore, genio dei grandi varietà della tv. Mina, Pavone, Carrà…StudioUno, Milleluci, Canzonissima…Inventore di scenografie, tecniche di ripresa, coreografie ed eleganza. Irripetibile Maestro. Abbiamo perso un gran signore! RIP”. Le fa eco Riccardo Bocca, altro giornalista: “E’ morto #AntonelloFalqui. La televisione per un istante smette di sparare immagini e parole e piange”. L’annuncio della morte è stato dato attraverso la pagina Facebook dello stesso defunto, con un simpatico post in cui si legge: “Mi raccomando, niente fiori….al loro posto, se volete, potete aiutare l’associazione QuintoMondo Animalisti Volontari Onlus. P.S. Perdonate Jimmy, Matteo e Luca se non vi hanno avvisato prima”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ANTONELLO FALQUI E’ MORTO: IL SALUTO DI COSTANZO

Mondo dello spettacolo in lutto per la morte di Antonello Falqui, padre del varietà e grande regista del piccolo schermo. Tantissimi i messaggi di cordoglio per la sua scomparsa, sopraggiunta all’età di 94 anni, con l’ideatore de Il Musichiere ricordato per aver lanciato star come Mina e le gemelle Kessler. Intervenuto ai microfoni di Blog Tv, Maurizio Costanzo lo ha omaggiato così: «Antonello Falqui è il più grande professionista che io abbia incontrato. Costringeva per esempio noi autori a stare in studio anche se provava il balletto. Erano altri tempi per la televisione. Lui era capace di stare un pomeriggio a provare alcuni momenti di un balletto. Con lui ho lavorato in alcuni varietà del sabato sera, ricordo “Bambole non c’è una lira” e “Giandomenico Fracchia, sogni proibiti di uno di noi”». Il conduttore ha inoltre evidenziato: «Ho lavorato benissimo con lui, siamo rimasti in rapporti fino a qualche anno fa. Senza togliere nulla agli altri con cui ho avuto modo di lavorare, Falqui era certamente il migliore nel campo televisivo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ANTONELLO FALQUI MORTO, IL RICORDO DI FIORELLO

La notizia della morte di Antonello Falqui, papà del varietà italiano, ha fatto ovviamente il giro del web, e sono moltissimi coloro che hanno voluto dedicare un pensiero al 94enne regista scomparso nelle scorse ore. Fra questi anche Rosario Fiorello, che attraverso la propria pagina Twitter ha scritto: “Ci lascia il papà del varietà. Il più grande di tutti. Ha fatto sognare gli Italiani con i suoi spettacoli. Ho avuto anche il piacere di conoscerlo. Grazie Maestro! Grazie e ancora grazie”. In coda un altro volto notissimo della televisione coma Raffaella Carrà, che ha cinguettato: “Addio Antonello Falqui, un grande della nostra TV. Lo accompagno con le mie preghiere”. Fra coloro che hanno voluto dedicare qualche parola al grande Falqui, anche il giornalista di Rai Tre Massimo Bernardini, uno dei massimi esperti in Italia di televisione e spettacolo: “Chi era #AntonelloFalqui, che se ne è andato a 94 anni? Il genio registico della Tv italiana. Guardate i movimenti di macchina attorno alle Kessler e ai ballerini nel mitico Studio Uno del 1965. La grande Rai”. Infine il pensiero del trasformista Arturo Bracchetti, che ha pubblicato un bello scatto di lui abbracciato con Falqui, con annessa la didascalia: “Grazie, grazie Antonello Falqui, mito della mia infanzia e grande maestro della Televisione che per primo mi portò in Italia ad #AlParadise Mi mancherai in teatro a Roma…”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ANTONELLO FALQUI E’ MORTO: AVEVA 94 ANNI

E’ morto Antonello Falqui, aveva 94 anni ed era il regista da molti considerato il padre del varietà italiano. Se ne andato a suo modo, con quella leggerezza e ironia, che come ricorda il Corriere dello Sera, l’avevano contraddistinto anche in vita. Sulle pagine Facebook e Twitter dello stesso Falqui, è infatti apparso subito dopo il decesso un post in cui si legge: «Sono partito per un lungo lungo lungo viaggio, potete venire a salutarmi lunedì 18 novembre alle 11 alla chiesa di Sant’Eugenio a viale Belle Arti a Roma». Sono a centinaia coloro che hanno mandato messaggi di cordoglio, a cominciare da Fiorello, arrivando fino ad Alessandro Gassman, e di mezzo, tanta gente comune. Dietro a programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana, come ad esempio Studio Uno e Canzonissima, vi erano le abili mani e mente dello stesso Falqui, e il regista ha lanciato nel piccolo schermo gente del calibro di Mina, Walter Chiari, le gemelle Kessler e molti altri ancora.

ANTONELLO FALQUI DICEVA: “IL MUSICHIERE…”

Falqui aveva cominciato a lavorare in Rai nel lontanissimo 1952, dopo aver lasciato la facoltà di giurisprudenza di Roma, affascinato dal mondo del cinema. Dal 1947 al ’49 aveva infatti deciso di frequentare il corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia, quindi nel 1950 era diventato aiuto regista nell’unico film di Curzio Malaparte. I primi programmi arrivarono nel 1954, inizialmente con i documentari, poi i varietà, leggasi Il musichiere dal 1957 al 1960, di cui Falqui raccontava così: “E’è stato un po’ la riprova delle capacità che ha la televisione di rendere collettivi certi fenomeni. In questo senso era interessante scoprire la dimensione “discreta e domestica” del piccolo schermo, che, senza violare l’intimità della famiglia, introduce nella società nuovi modelli di partecipazione alla comunità. E poi l’italiano rimaneva appagato nel suo “bisogno musicale” che, ironicamente, era espresso nelle forme avvincenti della gara”. Quindi Canzonissima, Studio Uno e Milleluci. Dal 1990 Falqui decise di abbandonare il piccolo schermo, dedicandosi solo sporadicamente all’insegnamento delle regia all’Accademia di belle arti di Macerta, divenendo anche consulente di Einstein Multimedia.